(...) Il colpo di grazia l'etichetta di Messina ce lo dà però col quintetto bolognese Transgender, che per il loro secondo album inventano addirittura un'apposita lingua, sorta di ibrido greco-croato-giapponese, rendendo ancor più straniante il singolare crossover di (post) rock, progressive (dai Crimson agli Area), cadenze etno-balcaniche, scatti zorniani, jazzate balla e molto altro ancora. 69' di bizzarro art-rock suonato con insolita competenza strumentale, a cui aggiungere un cameo di Giovanni Lindo Ferretti, tracce Rom con mp3 remix di Eraldo Bernocchi, fotogalleria, testi e traduzioni. Un pò troppa carne al fuoco e smania di stupire, ma anche segni di un genuino talento che potrà far meraviglie.

Vittore Baroni