Gli emiliani Transgender,
accasati presso la benemerita Snowdonia, si ripresentano con un lavoro davvero
particolare. "Sen Soj Trumąs" (che sta per "Sostituzione
di un organo di senso") č, infatti, un lavoro altamente "alieno",
tanto che i nostri si sono dovuti inventare una lingua del tutto nuova per
cercare di seguire "emotivamente" le evoluzioni schizofreniche
e, a tratti, iconoclaste della loro musica, che, fin dal primissimo ascolto,
si rivela essere un "crossover" spericolato tra influenze disparate
e, in apparenza, inconciliabili. Si va dalla musica etnica a Robert Fripp,
da Bill Laswell ai Dead Can Dance, dai Tortoise ai
terroristi pił radicali del Canterbury sound (Henry Cow, Art Bears,
Slap Happy). L'iniziale Dre Oucantelva rimescola tutti questi ingredienti immergendoli in uno scenario apocalittico. Il cabaret surreale di Multis esce direttamente da qualche session degli Henry Cow, periodo "In Praise Of Learning" (con tanto di intermezzo etereo-dissonante); Dernier Jour č puro distillato Slap Happy, corretto con svagatezze Stereolab; mentre, Craud e Mavra (sal a ruč) gigioneggiano con astrazioni etno-jazz. Ecco poi la soffusa malinconia di Dre Foč, prima che la voce austera dell'ospite d'onore, Giovanni Lindo Ferretti, declami le meraviglie dell'arte musicale in Mantra, lasciata andare alla deriva in un tourbillon incantato. L'eccezionale alchimia ottenuta in Spoony Geeza tra la matrice post-rock, le divagazioni elettroniche e le esplosioni corali dalle tinte noise preludono ai deragliamenti space-rock dall'alto tasso psichedelico (diciamo Bardo Pond + Built To Spill) di A Crime Memoir, capolavoro assoluto del disco. Chiude il bellissimo remix, a metą tra musica cosmica e profumi jazzy, di Dernier Jour, opera di Eliseo Scarpa, aka Serial thc. In ultima analisi, dunque, un disco apprezzabilissimo, che meriterebbe ben altra visibilitą. (6,5/10) Francesco Nunziata |