Transgender è chi passa attraverso
i confini di genere, specificamente sessuale. La band romagnola che si presenta
al mondo sotto le insegne Snowdonia svolge invece il termine in senso musicale.
Scelta azzeccata, perché questo dischetto non sembra conoscere confini e
sfugge a una semplice "catalogabilità". Tanto che, per far le
cose per bene, il leader Lorenzo Esposito Fornasari si inventa una lingua
inesistente per comporre i suoi testi. Fonemi a caso sulla scia di "Prisencolinensinainciusol"
di Celentano? Macché: il cd-rom e il sito offrono pure le traduzioni.
Brano manifesto, la opening track
Dre oucantelva, in cui a un intro che riporta
alla mente i Pink Floyd barrettiani di "Astronomy
domine" segue uno sviluppo alla Mr. Bungle che sfocia in
climi alla "The wall". Multis, un pò cabarettistica,
unisce il gruppo di Mike Patton a un immaginario Paul Mc Cartney
balcanico che scrive una nuova "Honey pie" per il "White
album" serbo mai uscito. In Dernier jour fa capolino il
signor Bill Laswell, mentre in Spoony geeza si avvertono i
passi felpati dei King Crimson che interpretano "Jesus Christ
Superstar". La chicca sta nell'apparizione di Giovanni Lindo Ferretti
in Mantra e di Eraldo Bernocchi (ex Sigillum S, che
vanta collaborazioni con gli Scorn) in Uncle M16 word of wisdom
mix. Disco non per tutti, e non per palati facili. Ma nemmeno così ostico come si protrebbe pensare, essendo dotato comunque di una sua piacevolezza, a ogni modo ben lontana dalle tentazioni di classifica. Ma per chi volesse dare un'occhiata al pop del prossimo secolo, "Sen soj trumàs" è il disco giusto. Renzo Stefanel |