Sapevo che Mike Patton
si aggirasse per l'Emilia Romagna per ragioni di cuore, ma non ero a conoscenza
di suoi progetti italiani. Questo potrebbe pensare chi ascolta per la prima
volta i Transgender, soprattutto partendo dalla prima traccia Dre Oucantelva.
I Transgender, un nome che dice tutto, nascono a Bologna nel 1997 e Sen
Soj Trumàs è il loro secondo disco, il primo uscì tre anni fa. La loro
proposta musicale è nel nome del gruppo: passa trasversalmente per molteplici
generi in una maniera che somiglia molto a quella usata da Mike Patton soprattutto
nei Mr. Bungle. So che svilisce l'indubbia personalità del gruppo
un simile paragone, ma non può che saltare all'orecchio questa diretta influenza. I Transgender sanno benissimo metterci del loro e Sen Soj Trumàs è un lavoro che va ascoltato attentamente in ogni sua particolarità, per non lasciarsi influenzare da facili riferimenti. Va detto innanzitutto che la più lampante peculiarità è la lingua usata, inventata di sana pianta dal cantante in modo che potesse esprimersi il più liberamente possibile. È una lingua che può ricordare il greco, il serbo o il tedesco, ma anche il giapponese o qualche dialetto italiano. Sen Soj Trumàs vuol dire "sostituzione di un organo di senso" e già da qui traspare un'ironia che è presente anche nella copertina rappresentata da uno Stalin crocifisso e circondato da corvi che si erge in un paesaggio industriale (la grafica è di Cinzia La Fauci di Snowdonia), nonché nell'approccio musicale dell'intero disco. A volte infatti non possono che far sorridere amabilmente certi dotti accostamenti musicali intrapresi in ogni singola traccia, si passa da ritmiche balcaniche e velocità hardcore (come in Multis e Craud) a elementi elettronici affiancati da idee vagamente post-rock (come in A Crime Memoir), sempre presenti gli accenni jazz e free che rendono il lavoro sempre più eclettico e "transgender" di traccia in traccia. Non a caso i cinque romagnoli citano tra le loro influenze oltre che i Mr. Bungle anche Tortoise (vedi soprattutto Dernier Jour), Dead Can Dance, Radiohead, addirittura Roni Size e Bill Laswell e molti altri proprio a voler far intendere una poliedricità sapientemente messa in pratica da tutti quanti gli strumentisti. E a testimoniare questa trasversalità è presente una personalità non da poco come Giovanni Lindo Ferretti, voce recitante alla sua maniera e in italiano in Mantra. Per ogni traccia ci sarebbe da fare un'analisi ben più lunga, perché ogni volta che si passa il cd nel lettore si scoprono degli spunti passati in secondo piano in un ascolto precedente. Per questo Sen Soj Trumàs è un disco non per tutti che ha il suo debito tempo di comprensione poiché non possiede "istruzioni per l'uso". Zurdano |