Thinking Fellers Union
Local 282, Residents, Joy Division, Minutemen,
Hardcore, l'"evil angel" Kim Gordon, space rock, LSD, anfetamine,
calfort, country & western, Fivelandia vol.1 tendente ad infinito, pomeriggi
intieri a far nulla coi compagnucci della parrocchietta, sampling epico-sfregiante,
giochi di suono fattisi luce, giochi di suono fattisi e basta, movenze spettrali,
ansiolitici ed antiansiolitici, My Bloody Valentine, raga rock, eccesso
di velocità, velocità dell'eccesso. Un'accumulazione lunga
chilometri solo per rendervi a parole l'inebetimento di chi, questi Orange,
li ha incappati all'ascolto. E anche di chi vi suona. Alcune perle (frantumate)
di tal supposto Co(s)mic Carnival: il Morricone di The Carnival Tryptich
(con Cinzia La Fauci special guest alla voce), A Beggar Dreams Of A White
Whale (come i Butthole Surfers persi nel folk), Movies
(pulsante e astralmente pensosa, fra gli ultimi, inquieti Joy Division
e le vicissitudini pinkfloidiane di tanti) e Telephone Song (una
delle loro canzoni più compiute, i Big Black degli E.P. ibridati
ad una coeva band cow-punk...tipo Blood On The Saddle). Tutti i brani
sono (cir)coincisi, spesso abbozzato solamente. Ma riusciti anzi che no.
Man mano ci si avvicina all'ultima e 13esima traccia, il sound riecheggia
scompostamente pure fratture industrial vecchie almeno 15 anni, gli Hawkwind
più violenti, il rock krauto e Dio sa che altro. Nell'ansia di filtrare
il suono, questi dada-collagisti a volto scoperto, spastic rockers nati
e pasciuti sugli italici lidi, si sono dimenticati del colino. La sospensione
così ottenuta, ricca di scorie radioattive e tossiche, compone la
broda primordiale in cui sguazzano sti cazzo di odiosi, merdosi, amabilissimi Orange. (8/10) Massimo Padalino |