Voglio andare nella saletta
prove degli Orange. Voglio vederli suonare e capire come creano delle "pazze
canzoni". Voglio capire se sono veramente incoscienti o se nascondono
una lucidità talmente chiara da abbagliare il resto del mondo, troppo
legato a canoni e a regole ferree per poter ammettere (e forse accettare)
l'esistenza di chi queste regole nemmeno le ha mai sentite nominare. Se l'istinto è talento puro gli Orange ne hanno in abbondanza. Poi ognuno intenda questo termine come crede, porti pure esempi a dimostrare il contrario, ma la questione è semplice: con pregi e difetti, imperfezioni più o meno volute, in Carnival and Cosmos è l'istinto a dominare, che poi venga introdotto nel filone country o in qualche area dell'indie rock di stampo americano è un particolare di poco conto. Il rumore e le urla (perché essere un pò devastati fa bene alla salute) si mischiano alla melodia illogica e reale, in una dimensione deviata dove potremmo mettere tutti e nessuno. Perché ci stanno i cowboy e i frenetici abitanti della metropoli che fuggono dalla città, con la loro gioia (momentanea?) nel lasciare auto e smog. Se a tratti penso ai Jennifer Gentle (tanto per restare nel Bel Paese) non credo di essere completamente fuori strada, anche se il caos dei ragazzi veneti appare più colorato e strutturalmente più complesso. I nostri, invece, si aggirano in dimensioni vaghe e poco identificabili, in un delirio dal quale uscire è impossibile, perché quando ci sei dentro non lo vivi come tale e se c'è malinconia (oscura per lo più)...beh, ben venga. Potreste entrare in un circolo vizioso. Fate attenzione.... Marco Del Soldato |