Nuovo disco dei Maisie, e
forse qualcosa sta cambiando... una produzione più accurata, una
cura del suono e della scrittura meno estrema rispetto al passato, più
lineare e ricercata. Forse i Maisie stanno un poco crescendo, non invecchiando.
Primo avvertimento: togliersi dalla testa qualsivoglia idea di "commercio" e "vendita", che, vista la materia, non è proprio il caso... qui si parla sempre e comunque di 2 cose: 1) musica fatta per passione 2) musica difficile da assimilare Una sterzata pop dona colori più vivaci a un'arte che già nelle precedenti uscite si era dimostrata molto più che interessante. Non che il pop non fosse presente, prima... ma era più "rozzo", più "dissonante". Non aveva la magia disegnata dalla tromba di Flight Song #7, e la primordiale versione di Guts (che ho avuto la fortuna di sentire) era abbastanza lontana dalla morbida e tranquilla popsong collocata in traccia 4 di questo disco. La cura Falter Bramk (vedere la precedente uscita del duo in oggetto) ha sortito gli effetti voluti. E il riferimento all'idolo Burt Bacharach non è messo lì col solo scopo di stupire. In questo disco si tratta il pop attingendo tanto alla sua radice melodica quanto alle sue derive avanguardiste. Con la stessa facilità con cui si potrebbe cogliere una violetta o far pipì su di un istituzionale muro. La televisione descritta in Ambra and her fans (la mia preferita, se posso) è qualcosa di vicino alla realtà tanto da far rimpiangere il testo in inglese che obbliga a ricercare la traduzione nel bellissimo booklet del disco. Poco male: è scusa buona per gradire i bellissimi disegni di Sonia La Fauci, sorella della ormai celebre Cinzia. Il ricordo mi rimanda alle illustrazioni della Domenica del Corriere, ma magari sbaglio. Non sto ora a scomodare i numi tutelari... Bacharach, Byrne, Bowie, Barrett... ok, l'ho fatto. Ora anche i più disattenti sapranno di cosa si parla. Questo disco è distribuito da Audioglobe, quindi si trova nei negozi e si può, anzi si deve, comprare. Ales Mattiuzzo |