"Gli anni di Globiana"
è un locale dalle luci soffuse, dove la gente si scambia sguardi
e non parole, è un dipinto stilizzato delle malinconie più
lucide e per questo incuriosisce dal primo ascolto. L'immaginario dei Le Masque spazia fra sonorità d'autore, dove la raffinatezza francese s'insinua con sensibilità italiana nei pensieri dell'ascoltatore. Molti pezzi si sposano con la poesia, o meglio con una prosa lucida, dove il silenzio e le parole non dette riescono a emergere con mirabile intensità e spontaneità. La ricetta si arricchisce quindi di pezzi recitati, preambolo a sonorità che accarezzano e cullano le proprie parole. Alcune atmosfere sono davvero indimenticabili per "immersione", come in "Ne me quitte pas" traduzione di un testo di Gino Paoli, e "L'amabile assenza". I Le Masque riescono a fondere attraverso tensioni davvero attraenti il meglio della musica d'autore italiana, dallo stesso Gino Paoli fino ad arrivare a Vinicio Capossela, pur riuscendo però a rimanere in un mondo tutto proprio, dipinto da racconti ed emozioni, e inoltre da un bellissimo booklet tutto da apprezzare. In effetti le parole e la musica "sfiorata" sembrano pennellate dolci e ragionate su una tela già dipinta, che assume nuove prospettive e atmosfere in bianco e nero. Le note disegnate in "Ombra di nuvola", si muovono prendendo vita propria e si fondono con le bellissime parole scritte da Edgardo Moia Cellerino. "La nuvola" è un epilogo perfetto per questo quadro raffinato dei nostri tempi. "Gli anni di Globiana" è un'interessante opera di letteratura musicale, e come tale merita davvero l'attenzione di chi è appassionato di musica... Stefano Bernardi |