QLo space rock di oggi ha trovato nell’incontro con la heavy-psichedelia, il doom metal e lo stoner rock un interessante punto di fusione. Nomi come Ufomammut, EXP, lo stesso Paul Chain dei progetti “cosmici”, sono appunto artisti che proseguono in queste vie trasversali.
Sono più rari i gruppi che, invece, seguono le vie “celesti” tracciate anni fa da Hawkwind e Pink Fairies, i primi Pink Floyd e i “cosmic jokers” teutonici. Tra questi troviamo i texani Ohm, provenienti da Austin, interessantissimo ed aperto combo che giunge ora al terzo album.
Dopo “Timothy’s brain” e “Voices” approda in Italia alla corte della milanese Mizmaze: lo fa con un bell’album dal vivo, ottimo esempio del torpore, dell’inquietudine e dello smarrimento che la band texana riesce a creare dal vivo.
Northon Brown alla batteria, il fondatore e mente Doug Ferguson al mellotron e tastiere, Chris Forrest ai fiati (clarinetto in particolare), Mason Weisz alla chitarra. Come intuibile si tratta di uno space rock che prende molto dagli Hawkwind ma che si avvicina anche al progressive, al kraut rock e alla psichedelia.
Il fondatore Doug Ferguson già dalla fine degli anni ’80 elaborava con le sue tastiere suoni e arcane melodie, che distribuiva su nastro in giro per gli States.
Il dischetto ci offre cinque lunghe tracce, senza titoli e improvvisate. Risalgono al 1997, ancor prima della pubblicazione dell’album d’esordio. La band si avvicina dunque a quanto proposto dal duo Jugalbandi, dai Naked Elf, dai tedeschi Maya ed in parte dagli Djam Karet, prediligendo tuttavia l’aspetto ipnotico e cosmico.
Roboante la prima, dilatata e rarefatta la seconda, elaborata e rituale la terza, con echi etnici ed un inusuale clarinetto. E’ il mellotron a suggerire visioni celestiali ed infernali al tempo stesso, i fiati sono un plus interessante. La quarta e la quinta sono una lunghissima teoria di suoni rarefatti, stravolti ed espansi, più di mezz’ora di flash casuali ed aleatori, con il mellotron che dipinge scenari inquietanti e squarcia l’aria aprendo orizzonti lontani.
E’ la stessa band a precisare che il proprio processo creativo passa esclusivamente attraverso i fumi dell’improvvisazione: è una musica che viene creata nel momento della sua registrazione, senza alcuna premeditazione e senza lo sviluppo di temi meditati in precedenza.
Non ci sono hit o singoli, è un sound strano e nuovo”, affermano gli Ohm. Una band interessante, un live album esemplare per i suoni liberi e sciolti dalle regole della composizione, dai lacci e laccioli della forma-canzone. (7.0/10)

Donato Zoppo