Questo dovrebbe essere il terzo album dei texani Ohm, come l'unità di misura della resistenza elettrica (da non confondere con il più spirituale Om la sillaba sacra sanscrita degli Induisti e Buddisti) e il primo a essere prodotto da Snowdonia e Mizmaze. Costoro sono attivi fin dalla metà degli anni 90 e sono ormai diventati un nome di culto della scena texana più underground, diffondendo però i loro germi sonori anche in Europa. Raw Ohm come ben sottolinea il titolo è composto da cinque ruvide e grezze tracce registrate dal vivo in giro per il Texas, l'infausta terra dei Bush, ma anche terra prodiga di eventi "altri", come il progetto Ohm che vede Nathan Brown al basso e batteria, Doug Ferguson agli strumenti elettronici mellotron incluso, S. Forest Ward alle percussioni e sax, Chris Forrest al clarinetto basso e soprano, e Mason Weisz alla chi­tarra. Praticamente un supergruppo! E il suono? Forse più ancora che nel precedente Voices sono qui avvertibili le influenze "kraute", l'intro per esempio mi ha ricordato il "Live in London" degli Amon Duul II, ma ancora maggiori punti di contatto si possono trovare piuttosto con le band più oscure e dedite all'improvvisazio­ne della scena tedesca dei primi anni 70, parlo degli Annexus Quam, dei Xhol Caravan o degli Anima, con cui Ohm potrebbero condividere la stessa attitudine free, e una musica Libera di fluire tra rock, jazz, sperimentazione elettronica. Tutto questo è maggiormente avvertibile nell'uso delle ritmiche e dei fiati, tra rallentamenti ed accelerazioni che in diversi momenti (le ultime due tracce senz'altro) espandono anche un inebriante profumo psichedelico. Ohm, già più di una promessa. (7)

Gino Dal Soler