La musica di oggi è un pesce
congelato. È possibile fare qualcosa per dargli la possibilità di
tornare a vivere? Difficile domanda, ancor più difficile la risposta. I
Maisie, però, hanno provato a trovare una soluzione. Soffiargli sopra, magari
con un asciugacapelli. Follia? No, splendida realtà, mischiata, certo, a
quel pizzico di pazzia indispensabile per rendere geniale la risoluzione
di un problema. Marco Pustianaz (il nostro "spirito guida" ) è esauriente nella sua spiegazione "parlata" che coincide con la prima traccia dell'album. Una "noia sonora" ci circonda. Noia che rischia di rendere apatico anche l'animo più predisposto al confronto. Nessuno comunica, collabora, contamina. tutti fanno tutto da soli. Allora, perché non far arrangiare ed eseguire i brani scritti da Cinzia ed Alberto da Falter Bramnk? Questo non significa abbandonare, da parte dei Maisie, l'esecuzione diretta. No, è solo vivere il piacere di rapportarsi con altri musicisti, possibilmente non catalogabili, così come non lo è il gruppo made in snowdonia. Il risultato? Un indecifrabile tragitto, dove la parola cover è forse la più sbagliata, mentre ri-scrittura e re-interpretazione sembrano essere quelle più azzeccate. I Maisie scrivono, "veri" musicisti suonano. Ed ecco la mutazione, la nuova vita che sorge dalla precedente. La presunta leggerezza diventa free jazz sporco ("Dick Smart 2.007" realizzata da Jacopo Andreini & The Fartfara), l'ironia si trasforma in un pop simile al concetto di anti-pop ("Uxoricide Waltz"), la seducente schizofrenia si tramuta in atmosfere acide ("I'm swinging"), ed è solo la semplicità dell'emozione a restare immobile, perché, anche se cambiano gli assoli, la commozione non può scomparire: è indistruttibile ed incancellabile ed i tedeschi Daisy Cooper sono straordinari nel ricordarcelo con "My body was a luminous accumulator". E se vorrete sfuggire alla serenità obbligatoria, quella rassicurante che cela al suo interno realtà spesso drammatiche, difficilmente resterete indifferenti all'inquietudine di "Plaisir à trois" o agli esistenziali istanti strumentali che concludono una "Sun burns in pink air" graffiata, in principio, da un'elettronica contemporaneamente sfuggente ed incessante. Il pesce è tornato a nuotare, vive nell'oceano, o, più probabilmente, nel mare mediterraneo vicino a Messina. Il colore della schiuma delle onde ci spinge all'ottimismo: in futuro vedremo ancora la sua ombra nelle acque. Marco Delsoldato |