La prima traccia del disco italiano più bello di questo inizio anno è un'introduzione - parlata - di Marco Pustianaz, che offre un quadro scoraggiato della musica odierna: la parola chiave, ribadita con insistenza, è "noia". Va da sé che il resto del "Pesce Scongelato con l'asciugacapelli" è l'esatta dimostrazione del contrario, proponendo un ulteriore spaccato di quella scena europea fatta di incroci e collaborazioni, anzi di incesti e contaminazioni, all'insegna dell'ironia e del travestimento kitsch, che trova nel duo messinese e nella loro Snowdonia una sorta di baricentro ideale. Al di là delle diverse partecipazioni di collaboratori più o meno frequenti, sul piano musicale (su tutti Jacopo Andreini) ed editoriale (la sempre più amata Mizmaze), l'idea di fondo di Cinzia e Alberto sta in questo caso nell'affidare in buona sostanza l'esecuzione della loro musica a Falter Bramnk, ovvero monsieur Frank Lambert da Lille, con la sua cricca di strumentisti (tra cui molti specialisti dei fiati) proveniente dalle diverse aree delle avanguardie francofone, con particolare attenzione alla frangia continentale del movimento "Rock in Opposition" (Falter Bramnk ha del resto connessioni abbastanza dirette con gli Art Zoyd). I brani dei Maisie (da alcuni classici come "Resta di stucco, è un barbatrucco" alle cose nuove di zecca) completano così una transizione già in atto dalla contundente no wave degli esordi ad una bolla di sapone con riflessi più soffici e swinganti, dove nuotano impazziti motivetti circensi, scorie di Mothers in acido (o è la Bonzo Dog band, come suggerisce "I'm swinging"?), paesaggi bandistici e veementi inserti free, simulacri di Ziggy Stardust (ma Bowie venderebbe la nonna per scrivere oggi "Sun Burns in Pink Air") e surf-jazz da telefilm di spie. Una sensazione cinematografica, da colonna sonora di culto (ma, per una volta, non per forza da B-Movie) aleggia del resto in una buona metà dei pezzi, trovando una succosa orchestrazione di "Sadist of Notre Dame" (Richard Cuvelier alla tromba, Bruno Cheynier al trombone, Steu al contrabasso e M. Lambert a tutto il resto, segnatevi questi nomi con il pennarello indelebile!) bagliori di irripetibile magia. Di Falter Bramnk si apprezzano anche alcuni testi brevissimi ed incisivi ("Plaisir à trois" è un haiku dall'ineffabile equilibrio erotico...), e del pazzo Yanik Miossec, un violino, questo si da no-wave industriale dell'estremo oriente, che fa di "Andy Warhol Made in China" il ponte ideale con i Maisie delle origini, destando tuttavia qualche rimpianto per la brevità della sua apparizione. Ma ci sarà tempo per tornare sull'argomento, perchè l'eccitante macinino Maisie, ancor più colorato anche se meno sgangherato di prima, continua ad andare allegramente al massimo dei giri!

Enrico Ramunni