"Se Pierre
Boulez arrangia Bruno Maderna
perchè mai Falter Bramnk non può arrangiare
i Maisie?". Da questo interrogativo, recitato dal severo Marco Pustianaz
nell'intro d'apertura, prende forma il nuovo affascinante gioco dei Maisie.
I più accorti si chiederanno "chi è Falter Bramnk?" e "che
fine ha fatto Cinzia La Fauci?". Cinzia governa i colori '60 dalla
copertina, il suo partner in crime Alberto Scotti estrae dal cilindro una
serie di spartiti geniali ed ecco che in men che non si dica i Maisie si
affidano per il loro terzo album alla mano di un arrangiatore francese a
dir poco spaziale, quel famoso signor Bramnk (di cui leggete altrove la
recensione del suo esordio snowdoniano). Per il gusto di percorrere sempre
l'altra strada, perchè Mr.Bramnk effettivamente è al di fuori dell'ordinario
(canta, arrangia e suona 3000 strumenti con quel misto di foga spiritata
di controllo estremo che è dei geni), e poi perchè i due messinesi sanno
che anche stavolta a uscirne rafforzati saranno loro. Il risultato è una
musica più che mai indefinibile e più che mai avvincente. Una massa informe
di escrescenze cartoon e di trippe glassate, di brioscine dorè e di sputo-fritture.
E così un classico come Resta di stucco è un barbatrucco diventa
avant-jazz cremoso attraversato da applausi, bolle e pistole giocattolo,
le fluorescenze da spy-story psichedelica di Dick
Smart 2007 (una delle due versioni è affidata al bossa-noise conductor
di Jacopo Andreini) saettano lungo i fondali come allucinazioni Warner Bros,
Las Momias suona come se il Miles Davis di Sketches
of Spain anzichè andare di roba si riempisse di micropunte, Andy
Warhol Made in China suona come se il Miles Davis dei live demoniaci anteponesse il mandrax alla cocaine. Sun
Burns in Pink Air è una supernova glam '70 persa nello zero, Mr.
Clam is still missing gareggia con la fattanza mongola devozionale ma
in più ha i raggi X, mentre le segrete di Sadist
of Notre Dame e gli spasmi di Plaisir
à Trois aggiungono la parola profondità a un disco che porta ad una
tensione inverosimile il concetto di luminosità del suono. Un disco chiuso
da My Body Was a Luminous Accumulator,
che poggia sulle armonie chitarristiche del Vasco
Rossi circa '82, scemando l'opera come se fosse stata tutta un'allucinazione,
come sapendo che la vita- come un musical- è tutta rappresentazione.
(8) Christian Zingales |