In un'intervista al mensile
Blow up dell'Aprile 2001, l'incredibile coppia Cinzia La Fauci
e Alberto Scotti (veri e propri "agit-pop" con l'incredibile
sottobosco musicale di Snowdonia e con il gruppo a loro nome, i Maisie)
dichiarava: "Troviamo la musica moderna (dagli anni '60 in poi) terribilmente
pretenziosa e presuntuosa: tutti credono di potere fare tutto da soli, testi,
musiche, arrangiamenti, produzione. Secondo noi la figura dell'arrangiatore
esterno al gruppo è assolutamente da recuperare." Detto fatto. Questo nuovo disco a nome del gruppo è stato affidato alle amorevoli cure dell'arrangiatore e multistrumentista francese Falter Bramnk e il risultato è davvero considerevole, perché la pazzesca varietà di idee, spunti, scenari pop, giocattolami e caramelle a fumetti, viene lavorata da Bramnk con una fantasia e una incisività uniche. Scivolando fuori dalle classificazioni proprio un istante prima che la cosa diventi segno riconoscibile, queste 14 canzoni [introdotte con puntigliosa serietà dalle imperdibili parole di Marco Pustianaz] esplodono energia e luce da tutti i pori, miscelando riff spernacchiati e gustosi impasti di ottoni, fondali da cartone animato e samples devianti. Già, perché con i Maisie il confine tra il delirio allucinatorio e la gioia dei giochi infantili diventa di una labilità pericolosa e seducente, e le divagazioni attorno al mondo di Barbapapà (eccezionale "Resta di stucco è un barbatrucco") lo stanno a dimostrare; ma anche gli scenari più scuri, come "Sadist of Notre Dame" possiedono una forza ammaliatrice. In fondo, l'obbiettivo del duo è sempre quello di arrivare al cuore del pop e la grande sorpresa di questo "pesce scongelato" è che dentro al cuore del pop guizzano colori e fondali che non si immaginavano. Enrico Bettinello |