Più indefiniti ed immaginosi i contorni della proposta targata Mutable (ovvero Dario, Francesca, Domenico), in bilico tra post-rock di scuola Kranky, apocalissi faustiane e lo-fi industriale. Una chitarra dalla tecnica rigogliosa, ma dal suono indiscutibilmente underground apre con Melody Recliner un programma fatto di stazioni ad onde corte fuori sintonia, detriti galleggianti, valvole termoioniche criccate, sinfonie elettromagnetiche interrotte che hanno in Shake Yr. Bon Ton un culmine impressionante. Ma anche di bossa-nova all'orlo della perdizione, happenings pacifisti e ritmi cool, come nell'ottima Cortile. Musica che talora evoca "campi di periferia che di giorno sono orrendi ma di notte sembrano bellissimi perché in realtà lo sono", recita la presentazione del disco; altrove i campi degli spiriti di Zeder, attraenti e terrificanti.

Enrico Ramunni