Stralunati e divisi fra costruzione di brani orecchiabili e demolizione degli stessi, i Mutable sono un delle proposte meno allineate del catalogo Snowdonia - sebbene appaia difficile parlare di allineamento fra le band di questa label imprevedibile; dopo uno straniamento iniziale creato dalle influenze Stereolab (Melody Recliner) e dai suoni vintage per armonie di chitarre (che a tratti in Terso ricordano i Gatto Ciliegia) ci si sbilancia verso caustici sistemi sonori. Talvolta in lo-fi, in certi momenti addirittura cacofonici, i Mutable arricchiscono il loro album con una buona dose di ironia che culmina nell'improbabile cover elettrizzata di Jingle Bells. Passionali nel commento sonoro del mini saggio vocale di Dio Questo Sconosciuto, col dolce accento siciliano di un convinto predicatore, e mesmerici in Animal con il suo andamento altamente sinuoso, strimpellano qualche nota sulle registrazioni del traffico cittadino in Freeday. Un'analisi di quel che affiora dai ricordi e dall'udito infinitamente recettivo dei tre musicisti che via via diviene sempre più sbriciolato fino a perdersi nello spazio infinito di 'And' e ritrovarsi in un mondo parallelo dove perfino una reinterpretazione di Cicale Cicale può risultare avvincente.

Michele Casella