Pazzesco, vero?
Per voi che vi eravate persi le precedenti uscite del folle circo Snowdonia - Maisie, Larsen Lombriki, Allun, Duozero - probabilmente non ci sono altre parole. Ma vi assicuro, gente, che Meatballs Flying Underground è l'uscita più ortodossa che mi sia capitata per le mani da quando ho a che fare con questa gabbia di matti. Per carità, i codici interpretativi delle nostre capacità auricolari sono anche stavolta messe a dura prova, ma sono almeno un paio i brani - l'opening track Melody Recliner e Meat And Bones - a presentare intensa godibilità e freschezza pop, pur senza far concessioni a qualsivoglia carineria del genere, piccole schegge che sembrano parti, sfumate da un suono volutamente lontano, dell'ossatura di un potenziale gioiello indie pop. La lontananza del suono è una costante in questo album che, tolte queste due parentesi di fruibilità, va a collocarsi in una dimensione delirante e no-wave del subconscio nella sua valenza creativa - provate ad ascoltare Dio, Questo Sconosciuto, con omelia da predicatore estremo in siciliano sopra uno sfondo di ronzii e fruscii assortiti.
Ciò che però ancora non afferro è la congiunzione che esiste tra una musica del genere e la filosofia, come alla Snowdonia dichiarano, da party sfrenato e sfasciatabù che anima l'attività musicale/estetica di tale label sicula. Resta solo da vederli dal vivo, loro e i vari compagni di scuderia.

Roberto Villani