Attenzione attenzione: I due
giovini eroi di Sicilia, Alberto Scotti e Cinzia La Fauci, per la seconda
volta a distanza di due anni solcano i campi di battaglia dell'evanescente
"scena underground italica" per vincere e umiliare ogni fantasma
e superstizione. Vediamo di che si tratta?
"V'è un tempo nell'arte in cui le cose sono viste e percepite,
ed appaiono reali:
Il nuovo disco dei Maisie è reale.
Il nuovo disco dei Maisie ha varie forme, scolpite nel Moderno: ne ho
scorte due.
La prima, un monolite sconfinato. È
il monolite della noia, del vuoto, essenza stessa del Moderno.
La seconda, una trama fittissima e intricata. In questa trama v'è
essenzialmente amore, calore, e vita?"
Il nuovo disco dei Maisie coglie benissimo lo spirito dei tempi, trattando
essenzialmente di scazzo e di sesso.
Scazzo perché quasi ogni canzone procede nella sua circolarità
senza tante variazioni ritmiche o cromatiche, lamenti blues rumorosi post-poppettoni
jazzati (Pere Ubu? Royal Trux? No Wave?)
che si trascinano nella loro immobilità come cervelli di bambozzetti
di fronte ad MTV? Sesso perché - tralasciando la pornofilia dichiarata
dei Maisie - quasi ogni canzone è macchiata di soffice e sensuale
caramello Pop, che trascende i canoni del genere per dilatarsi dalla marcetta
fanfarona alla sigla da videogame, quasi un tentativo di scovare nelle
musiche moderne un mielosissimo ma mai - nauseante "Amore Universale",
spruzzato qua e là di follia e suoni stonati surreali?
E vi sono momenti realmente memorabili: Jimmy Robot, pop-residentsiano
bambinesco stupendamente recitato, supportato da una grande parte di basso.
Lo-Fi Beauty, rimandi di mille musiche pop in stato confusionale
(dalla musica leggera italiana ai Supreme Dicks per intenderci?).
Love is a Television, macabra e circense, sporcata di rumori
cibernetici degni dei Chrome?
Insomma, un disco notevole. Dopo gli Starfuckers un'altra
band di cui l'italietta underground può davvero andare fiera.
Alessio Budetta
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