Un altro gruppo che non esiste? No, non siamo davanti ad un'ennesima trovata commerciale ideata oltremanica, i Magic Secret Room non esistono per davvero, se non in ambito assolutamente sotterraneo e nascosto. Non si mostrano, non ostentano nè musicalmente nè visivamente il loro album che esce sulla più amata etichetta indipendente nostrana, la Snowdonia, e pare rispecchiare il teatro sperimentale fatto di gesti e di silenzi. Giustamente definiti domestici nel loro comporre sinfonie, eccellono in Au sante de l'enfant attraverso un crescendo di disarmonie beffarde. Perciò il loro lavoro è assolutamente e cerebralmente visivo, dipinge personali tensioni emotive seppellite nell'intimo. Agli squilibri elettronici di Jerry McQuiete, sornioni nella loro marcia perfettamente scandita, segue lo smarrimento di Mircea hopes for you e dei suoi lontani tamburi notturni. Puppet Dancehall sembra invece divertente, perfino ammiccante con le sue vocine scherzose, mentre Slurplunapar potrebbe essere stata composta da clown psicopatici che abbiano trovato il modo di imbracciare una chitarra. Il finale con piano raccoglie in un'unica traccia quanto mostrato nell'LP e si mostra perfetto commiato per lo smarrito ascoltatore di ritorno da questo viaggio allucinato, correttamente interpretato dalle immagini del booklet allegato al CD.

Michele Casella