Bugo è già noto
ai frequentatori del Bar la Muerte come quello strano cantautore dai testi
stravaganti e dalle melodie sbilenche, veicolate da un genuino suono lo-fi,
che ha già inciso un paio di bei singoli di cui uno in collaborazione
con i genialoidi R.U.N.I.; eppure il CD di esordio riesce in qualche
modo a stupire - potrà entusiasmarvi, divertirvi, o irritarvi all'estremo,
mai passare inosservato - per essere un caleidoscopio di suoni e
di parole, grezzo e diretto al cuore, a dir poco originale. Ci sono tutti
gli ospiti del caso, un paio di R.U.N.I., il patron Dorella, l'elettronica
di A034 ed altri ancora, c'è il punk demenziale alla Skiantos
accanto alla ballata malinconica alla Neil Young, l'armonica di Dylan
ed il blues malato di Jon Spencer; e ci sono soprattutto testi e
tematiche improbabili per un disco rock, dall'ossessione per la figura della
nonna (che ispira melodrammi in falsetto e giochetti di parole come Nonne
Posso Più) a episodi come Spermatozooi e Cicca nei
capelli iea!, in cui il titolo dice già tutto. Testi sfigati
come neanche Dario Vergassola (solitudine), oppure sconvolti
e cattivi, che tendono a far dimenticare dettagli di non secondaria importanza
come il fatto che Bugo suona bene la chitarra, cavandosela non malaccio
anche al piano; o che la qualità melodica di Il cellulare è
scarico, e la lucidità compositiva di Goccie di wita,
che parte sinteticamente maniacale grazie al "superecospaziolizzatore"
di A034, approdando ad una lineare meditazione in duo con
la tromba surreale di Andrea Bellingardo, non sono proprio cose di ordinaria
amministrazione. Ci vorrebbe poco a mettere il cellulare sotto carica, o
sincronizzare il cambio perchè la prima non gratti più, ma
questo dischetto ispido e un pò indisponente va più che bene
cosė com'è... Enrico Ramunni |