Già dall'incipit del
cd dei Maisie, una "Silicone" dada e cartoon, si può
evincere la natura di volano eccentrico di "M. and the incredible
strange choir of Paracuwaii", messa alla prova della nostra stabilità
emotiva, susseguirsi di taglia e cuci deviati ed esplosivi, fermati su quattro
piste da Cinzia, Alberto, Danilo (Maisie), insieme a qualche superstite
dei popolo Paracuwaii (vedi libretto informativo sulla loro triste storia),
che violentano trombe, chitarre, bassi, utensili da lavoro, "bottoni",
le loro stesse voci, come accade nella incredibilmente strana melodia di
"Squid in your ass", oppure si tuffano, a modo loro,
negli ardimenti aleatori della musica colta di questo secolo - "Hello
Headlouse", e da qui in avanti non citeremo più titoli,
inutile rischiare di essere stritolati dal ricordo... Eccellenti i contributi da artisti del giro alieno - non solo italiano - afferente a questo simil-universo post-atomico (con il proprio fulcro operativo in Snowdonia e nella consorella Setola di Maiale), che interpretano a loro modo canzoni dei Maisie, sono: il noise ossessivo e apocalittico dei Joyce Whore Not, il jazz ayleriano di Jacopo Andreini, l'ascesi disturbata David Fenech, oltre all'apporto di Stefano Giust, Andrea Azzali e altri. Giochi sui suoni, con la creatività di un Frank Zappa davvero in forma, filtrato da ascolti prestigiosi ma irriverenti (Cage, Nono, Varèse) e la voglia, tanto punk, di fare un bel casino. Lo-fi? Avantgarde? Retro-garde? Io suggerirei un bamboo-rock, vista la natura forestale dei nostri e la totale alterità (a volte benefica e ludica demenza ) del progetto. Ben trovati, Maisie, in questo clima di conformismo sonoro occidentale ci volevate proprio... John Vignola |