Sono Alberto Scotti e la stessa
Cinzia La Fauci gli irresponsabili del progetto Maisie, che alimenta ancora
quel piccolo culto sotterraneo che si sta creando attorno all'etichetta
messinese Snowdonia. Credibile risposta tutta italiana alla now wave di
Chicago per l'attitudine dissacrante e gran voglia di scazzo, l'etichetta
persegue stakanovisticamente l'idea (le?) di una musica completamente avulsa
da ogni riferimento corrente, men che mai italiano. Anche Maisie non si
discosta dalla linea dei precedenti CD: un suono caotico e deflagrante a
metà tra Ubzub (Silicone, Poo-bah e molto
altro), Residents (altrettanto), Captain
Beefheart e deviati Old Style come Pere Ubu; e
che naturalmente, quando si fa jazzato (non è questo il caso), riprende
la vena imprescindibile della no-wave. Su Maisie (alcuni pezzi sono di altre
band italiane e non) ci sono anche bizzarre fanfare di jazz stradaiolo (Song
about the several ways to use a woman) e scorie etniche (Pakistani
space mission), oltre a una Hallo headlouse! che riprende
temi "tomwaitsiani", due irresistibili pop-songs come She's
a mongoloid pin up e una ninna nanna cyber chiamata Semolina.
Il Cd vendera una cicca, naturalmente: ma non mi pare un buon motivo per
non dargli più di 7 (quasi
8). Stefano I. Bianchi |