Il 13 marzo del 2009 è uscito il secondo disco della band capitolina Masoko, li abbiamo incontrati per parlare, tra il serio e il faceto, di questo e di molte altre cose.
Parliamo subito del vostro nuovo disco, quali le differenze con il precedente? Come
prima cosa nel primo disco abbiamo fatto tutto da soli, mentre questa
volta la produzione artistica è stata condivisa con Giorgio Canali.
Come mai proprio Giorgio Canali? Canali è un produttore indipendente, ha fatto musica pop
che è andata in classifica, con i C.S.I., i Verdena, i Timoria, i Noire
Desire, Bugo; ci sembrava il punto di raccordo tra le cose nostre pop
e la sua militanza nella scena indipendente. Il suono che ha questo
disco ha il “Tocco Canali” che noi cercavamo, ci ha supportato e
suggerito anche sul modo di cantare pur senza snaturare il nostro modo
di fare musica. Ha dato un valore aggiunto al nostro sound che si
avvale molto delle sonorità anni Ottanta, di cui lui è degno esponente
avendo suonato in diverse formazioni New Wave anche poco conosciute. C’era
stato un tentativo inizialmente di fare una co-produzione artistica con
Bugo che poi non è andata in porto. Anche con gli Amari lo stesso
discorso, anche se con loro c’è stata una collaborazione nel brano Musica. Ma alla fine Canali si è rivelata la scelta più giusta.
I suoni sono molto curati, ma anche la grafica di copertina e booklet è abbastanza particolare... Abbiamo
utilizzato i lavori di un artista italo-americano, Micheal Venuti, che
ci ha concesso di utilizzare i suoi collage per il nostro disco, siamo
stati indecisi fino all’ultimo su quali scegliere perché erano tutti
molto belli.
Il disco ha una prima parte più di impatto e una
seconda più riflessiva, è stata una scelta volontaria o la sequenza dei
brani è casuale? Abbiamo cercato di dare all’ascolto delle
gradualità, di partire da un sound più aggressivo per poi arrivare
gradualmente al pezzo lento, anche se poi c’è il brano finale, Musica, che di nuovo si differenzia come sound e produzione e che da un suggerimento e un aggancio al nostro prossimo disco.
A proposito dell’ultimo brano, perché “La musica mi fa sentire male”? La
musica è per noi una grande passione e le grandi passioni ti fanno
stare male; ti danno la possibilità di avere dei picchi altissimi e
subito dopo bassissimi, questa è la bellezza delle cose forti; per
godere devi anche attraversare il male. Anche il titolo del disco, Masokismo,
vuole ribadire questo concetto, del patimento che bisogna attraversare
per arrivare al godimento, l’importante è comunque arrivarci.
Voi ci siete arrivati, come? Non
sappiamo se ci siamo arrivati, abbiamo iniziato nel ’99, quando ci
chiamavamo ancora Masoko Tanga, ma era uno di quei gruppi che ancora
cercava la propria strada, non avevamo una linea ben definita. Oggi ci
sentiamo più consapevoli e crediamo di avere trovato la nostra
personalità, anche se non si sa mai cosa può accadere nel futuro. Non
vogliamo fossilizzarci ma continuare a sperimentare pur rimanendo
coerenti.
Dove volete arrivare? Ovunque, anche a Sanremo, abbiamo la presunzione di credere di fare pop,
quindi non abbiamo pregiudizi. Amiamo sia Tiziano Ferro che Dente,
Federico Fiumani, i Daft Punk e Madonna. Ascoltiamo molta musica da
quella più commerciale a quella più indipendente.
All’interno della scena indipendente italiana chi amate di più? Dente
ci piace molto, ci ritroviamo nelle tematiche che canta, anche se le
sue sonorità sono differenti dalle nostre. E poi i Laser Tag, un gruppo
romano molto eclettico.
In definitiva, chi sono i Masoko? Il Futuro, lo diciamo anche con un bel po’ di spocchia!
(24/04/2009) - © 2002 - 2005 Extra! Music Magazine. Tutti i diritti riservati
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