Simpatici, trendy, provocatori: signori ecco i Masoko, band romana che coniuga sensibilità pop, aggressività post punk e attitudine new wave. Un'attività live che li ha portati ad Arezzo Wave, Heineken Jammin Festival e Sanremo Rock (abbandonato per dare spazio alla produzione del disco d'esordio), aperture dei concerti di Kaiser Chiefs e Art Brut e disco d'esordio in uscita a Gennaio 2006. Sentiamo cosa hanno da dire Davide, Simone, Alessandro e Ivana sulla scena indie italiana e sul Masoko Pensiero.
Come va ragazzi? Siete stati di recente al M.E.I., che esperienza è stata e soprattutto cosa ne avete ricavato?
Benone, non potrebbe andare meglioo si? Il M.E.I. ? È stata una bella occasione per coinvolgere quanti avevano solo sentito parlare di noi. E poi abbiamo avuto molti incontri interessanti. Inoltre Cinzia La Fauci ci ha nominato ufficialmente Cavalieri della Sacra Snowdonia Unita.
Leggendo recensioni di "NoTanga" e interviste in rete si leggono spesso paragoni con Blur, New Wave, revival anni Ottanta e via dicendo; come vi ponete davanti al solito tentativo nostrano di schematizzare e chiudere in categorie qualunque fenomeno musicale non facilmente inquadrabile?
La new wave è stata certamente una nostra passione, ma ben prima che diventasse un fenomeno da revival. Da un paio di anni le band neo-wave nascono come funghi.È un pò come fare la collezione di figurine: ce l'ho, ce l'ho, mi manca. Quando vogliono farci dei complimenti di solito tirano in ballo paragoni con nomi stranieri. C'è un pò il vizio di sottovalutare la nostra cultura musicale. Mi sorprende come mai non ci abbiano mai paragonato a gruppi come Gaznevada, Decibel o Righeira.
Inquadratevi voi allora: chi sono i Masoko e qual è la vostra filosofia?
I Masoko fanno musica pop, ovvero parlano un linguaggio universale comprensibile a più livelli.
Testi sarcastici e allo stesso tempo disarmanti per la semplicità e l'acutezza; arrangiamenti secchi ma curati, è l'estetica dell'essenziale?
Il lavoro che facciamo è di ridurre all'osso sia parole che musica. Vogliamo essere diretti con le persone e focalizzare sempre meglio il nostro suono. I testi delle nostre canzoni nascono per essere capiti perchè abbiamo cose da dire, senza troppi giri di parole. Siamo 4 capricorno. Non ci piacciono le incertezze, le indecisioni e le linee curve. Amiamo invece ricalcare, sottolineare e le linee rette.
Dall'ascolto di "NoTanga" si evince un sound se vogliamo più morbido rispetto alla dimensione live, dove a volte si sconfina in quello che in Inghilterra viene ora definito post punk. È una scelta o la normale trasposizione dalla dimensione studio a quella live?
Ci hanno fatto notare in molti che dal vivo siamo più sporchi rispetto al disco che ha un sound più pulito, ma NoTanga è del 2002 e da allora abbiamo fatto circa 80 concerti. Man mano l'esecuzione si è naturalmente evoluta e le canzoni hanno indossato vestiti nuovi fino a diventare come sono oggi. Ci piacciono i dischi di band storiche del post-punk inglese come i Sound o Gang Of Four. Andiamo volentieri a vedere i concerti degli Interpol o di Colder, che non sono niente male, ma preferiamo di gran lunga il post-punk nostrano: Garbo, Krisma, Faustò e i romani Gronge, Pvc e Move.
Nella filosofia dei Masoko c'è anche un'attenzione particolare al look e al modo di porsi davanti al pubblico; è questa una delle cose che mancano ai gruppi italiani per imporsi anche a livello internazionale?
Noi siamo ciò che suoniamo e questo non ci basta. Vogliamo essere anche ciò che indossiamo. In altre parole vestiamo la nostra musica. Lo shopping è una fase equiparabile alle sessioni d'incisione in studio. Un momento da vivere con concentrazione, sentimento e dadaismo.
Ci diverte praticarlo tutti e quattro insieme, alle prese con le nostre disquisizioni su abbinamenti, colori, ultime tendenze e gusto retrò. Il nostro look non è un'esigenza di spettacolo. Il nostro look siamo noi. La vera moda è italiana: Armani, Versace, Cavalli. Prova a dare un'occhiatina al guardaroba di Zucchero, di Ramazzotti, della Pausini: le loro canzoni sono famose in tutto il mondo.
Credete che la realtà indipendente italiana stia facendo progressi dagli ultimi anni a questa parte?
Direi proprio di si, vista l'uscita imminente del nostro disco. Siamo onorati di essere stati rapiti dalla Snowdonia, è una specie di Cramps dei nostri giorni, un'etichetta dall'immenso spessore artistico che non guarda in faccia al genere ma entra direttamente in contatto con il cuore dei suoi artisti e dei suoi ascoltatori.
Perchè la scena inglese è così avanti rispetto al resto d'Europa? Cosa ha in più per poter dettare i tempi e le tendenze musicali del momento?
La scena italiana è molto più avanti. E lo scoprirete tra poco.
Recentemente avete aperto le date italiane dei Kaiser Chiefs e degli Art Brut, come vi siete trovati?
La spalla ai Kaiser Chiefs è saltata fuori all'ultimo momento. Ci hanno telefonato dal Circolo Degli Artisti di Roma dicendo: I Kaiser vogliono che i Masoko aprano la serata! È stato elettrizzante suonare davanti al loro pubblico, l'intesa era perfetta. Personalmente possiamo dire che sono dei bravi ragazzi e apprezzano la nostra musica, è un discorso reciproco. Dopo il concerto ci siamo anche scambiati qualche passaggio a pallone. Stesso discorso vale per gli Art Brut: abbiamo chiacchierato di musica, cibo e sesso. Sono bravi, simpatici e pieni di belle groupies, ma guarda che anche le nostre non sono da meno.
L'album di debutto Bubù7te uscirà nel Gennaio 2006, che album sarà rispetto alla promettente prova di "NoTanga" e cosa dovrà aspettarsi il pubblico?
È una sorpresa. Lo dice anche il titolo.
Ulteriori informazioni sul disco, attività live e news sito www.masoko.too.it
(14/12/2005) - © 2002 - 2005 Extra! Music Magazine. Tutti i diritti riservati |