Crea il tuo blog adesso!
 
Leggi gli altri blog...


 

Artists

...AToysOrchestra -
Afterhours -
Aidoru -
Air -
AlamoRaceTrack -
AmbulanceLTD -
AnAngle -
AnimalCollective -
ArabesqueTrees -
ArielPink'sHauntedGraffiti-
Artemoltobuffa -
AtTheDrive-In -
BadlyDrawnBoy -
Beck -
BenjaminBiolay -
Beulah -
BlondeRedhead -
Blur -
Bluvertigo -
Can -
ClapYourHandsSayYeah -
CristinaDonà -
Deerhoof -
Eels -
Elastica -
EmilianaTorrini -
Gong -
Goodmorningboy -
HazyMalaze -
HelpSheCan'tSwim -
HollywoodPornstars -
JeffBuckley -
JenniferGentle -
JohnVanderslice -
Julie'sHaircut -
Kaito -
Karate -
KerenAnn -
LedZeppelin -
Logh -
Lorna -
Maisie -
MartaSuiTubi -
Matmata -
MattElliott -
MercuryRev -
ModestMouse -
Moltheni -
MyMorningJacket -
NadaSurf -
NickDrake -
OfflagaDiscoPax -
Oneida -
PaoloBenvegnù -
Pavement -
PedroTheLion -
Portishead -
RocketScience -
SamueleBersani -
Stars -
StudioDavoli -
Soundgarden -
Sparklehorse -
SuperElasticBubblePlastic-
SuperFurryAnimals -
SystemOfADown -
Tarkio -
TheBlueVan -
TheDistillers -
TheDoors -
TheDresdenDolls -
TheJessicaFletchers -
TheMarsVolta -
TheMoldyPeaches -
TheOliviaTremorControl -
TheSundayDrivers -
TheVelvetUnderground -
TheZenCircus -
TreAllegriRagazziMorti -
TwoGallants -
UlanBator -
Verdena -
VivaVoce -
Voicst -
YannTiersen -

 

Recently On


 

 

Feeds

RSS 2.0
ATOM 0.3
Powered by Splinder

 

Not In My Shopping Bag

(also see tag "io boicotto")


Barilla -
Bayer -
Cirio -
Chiquita -
CocaCola -
ColgatePalmolive -
Danone -
DelMonteFP -
Ferrero -
Henkel -
Johnson&Johnson -
JohnsonWax -
L'Oreal -
Mars -
Monsanto -
Nestlè -
Nike -
Novartis -
Parmalat -
PepsiCola -
PhilipMorris -
Procter & Gamble -
Unilever -

 

Highlights

Basta! Parlamento pulito

I Partiti Puliti!

 

Thanks

*Andrea Bianchi*
(Web-Link)
per tutto il lavoro che ha svolto - e che continua a svolgere - con il suo sito e per la disponibilità e la pazienza che dimostra ogni giorno nei confronti di chi, come me, è alle prime armi con la difficile operazione dell’editing...


*quelli del forum di web-link*
per tutte le dritte che mi hanno saputo dare, per la loro disponibilità e per la gentilezza che mostrano sempre...fiori per voi!!!


*Fausto*
(...A Toys Orchestra)
per avermi materialmente permesso di ospitare
“Hengie: Queen Of The Border Line”
in questo blog...ne sono onoratissima!


*...A Toys Orchestra*
perchè il consenso per ospitare Hengie ovviamente arriva da tutto il gruppo...
...e per la musica meravigliosa che fate...



 

Counter

++++ 4278 ++++



 






 

sabato, 03 giugno 2006




L'immagine non vi tragga troppo in inganno: non è dell'album "Morte a 33 Giri" dei Maisie che vi parlerò (ma già che ci sono ve lo consiglio caldamente, in attesa del nuovo lavoro... ;) ).
Anzi, a dirla tutta non sarò neppure io a dare la voce a questo post...
A parlare saranno due componenti del gruppo dei Maisie, o meglio, i due membri fondatori della band, nonchè cuore e anima della Snowdonia.
E dunque, innanzitutto voglio ringraziare moltissimo Cinzia e Alberto per la loro estrema disponibilità, per aver accettato di rispondere alle domande della mia strampalata intervista multipla (iene-style, as usual...), e per aver consentito dunque a questo post di prendere vita... Ragazzi, spero vi siate divertiti a rispondere alle domande, per me è stato un piacere ed un onore poter realizzare questa piccola intervista virtuale...
Poi voglio ricordare che al solito l'intervista è stata fatta nel più completo anonimato, ovvero i miei due interlocutori hanno risposto singolarmente, ciascuno totalmente all'oscuro delle risposte della controparte, quindi questo post sarà un pò una sorpresa anche per loro...
Buona lettura.

1) Scrivi qui un  un numero da zero a dieci. Poi esegui a mente  le seguenti operazioni. Aggiungi 5. Moltiplica per 4. Sottrai 7. Moltiplica per 2. Teni a mente il risultato.
Cinzia: 8, ma non credere che io abbia fatto tutto quel calcolo a mente! Alle elementari ero una giovane promessa, ma poi mio papà in prima media ebbe la felicissima idea di regalarmi l’orologio con la calcolatrice: io ne ero orgogliosa come di un Mac ultima generazione, ma da allora ho disimparato le tabelline!
Alberto: Caschi malissimo con i numeri, gli unici che nella vita tengo a mente sono quelli di telefono delle ragazze. Per inciso: non ho amici maschi.



2) Qual'è stato il primo album che hai comprato?
Cinzia: Cacchio erano gli Wham, ma ora non ricordo il titolo di quello con "Wake me up before you go go", era "Make It Big", mi sembra. Ero con mio fratello Danilo che si comprò "Arena" dei Duran Duran.
Alberto: "Ummagumma" dei Pink Floyd.



3) E l'ultimo?
Cinzia: Ero con Alessandro dei Masoko e Davide e ho comprato "Mattanza" dei Napoli Centrale, un’opera di Stockhausen e... ah, no, aspetta! Il giorno dopo sono uscita con Filippo e Marino della Pezzente Records e ho comprato una raccolta di Bruno Martino e un cofanetto di Duke Ellington che ha preso Marino.
Alberto: "Senza Orario, Senza Bandiera" dei New Trolls.



4) Tanti anni fa Luis Miguel cantava: "Noi, siamo i ragazzi di oggi noi, con tutto il mondo davanti a noi, viviamo nel sogno di poi". Cosa vuol dire secondo te, nel 2006, essere "i ragazzi di oggi"?
Cinzia: Sfatiamo il mito della gioventù come elemento caratterizzante, io mi sono sempre infastidita anche quando avevo 18 anni di sentirmi considerata parte di una categoria, come se, per il solo fatto di essere nati nella stessa decade, ci somigliassimo. La gioventù è un fatto stagionale della vita di ognuno. Per esempio, che vuol dire: "giovani artisti" (se poi aggiungi anche "Emergenti" a me viene l’orticaria)? Che puoi fare delle cose derivative senza che nessuno ti tacci di plagio? Che puoi fare delle gran cagate che però gli Espertidelsettore guarderanno con clemenza e compiacenza, perché, povero piccolo, è giovane, deve crescere... Che pui fare degli errori e la gente dice: “Va be’, dai, ma è giovane...”. Mavvaff…
Poi ci sono quei giovani che credono di essere diversi dai loro nonni e dai loro genitori solo perché hanno più energia per stare alzati fino a notte tarda a fare casino, mentre  in realtà sono come loro: plagiati dalla televisione, dalla pubblicità, anche quelli che si sentono alternativi o underground sono spesso i più conservatori, con comportamenti/vestiti/gusti dai canoni preconfezionati, con la paura di uscire dal loro orto in cui si sentono protetti dalla divisa che hanno scelto.
Molti, dopo la gioventù, che sia discoteca a mille, fighetti da pub, radical chic, tifosi da stadio, punkabbestia, hiphop o hard core, tornano a somigliare a quella che è la loro essenza, contro cui solo nella forma si sono scagliati. Apatici e indifferenti come i loro genitori, passerà su di loro la saggezza e le forme di “ribellione” che venivano solo dall’energia fisica tipica della gioventù svaniranno come neve al sole.
Mi capita di vedere sull’autobus truppe di ragazzini assatanati, urlanti, che disturbano le signore, fanno casino, e penso spesso che se usassero la metà delle energie che hanno per, che ne so, imparare uno strumento, almeno gli resterebbe qualcosa di tutto questo muoversi inquieto dell’adolescenza.
Alberto: I giovani sono sempre stati dei poveretti, in qualunque epoca. Non fanno altro che sprecare energie sessuali per poi ritrovarsi a essere degli adulti con la testa vuota che rimpiangono i bei tempi che hanno solo immaginato di vivere.
Oggi è peggio, perchè le energie sessuali le sprecano in chat.



5) La televisione ci bombarda di programmi come Amici,  Saranno Famosi, Grande Fratello... E si potrebbe continuare ancora per molto. cosa ne pensi del "potere mediatico" in relazione alla programmazione succitata?
Cinzia: Si è innescato un rapporto di causa effetto tra la gente e la televisione per il quale le persone sono peggiorate a causa della televisione e la televisione peggiora per attrarre il pubblico.
La televisione era prima un salotto buono nel quale si entrava come a casa dei vicini più ricchi, era una maestra di buone maniere ed eleganza, di misura e stile, era come andare in chiesa la domenica.
Chi non era così, o perchè non aveva una famiglia elegante o garbata o perchè non aveva studiato oppure perchè veniva da esperienza diverse, paesi di campagna o quartieri difficili, si sentiva in soggezione davanti alla televisione; magari poteva imparare qualcosa o non affezionarcisi semplicemente.
La Tv aveva un potere didascalico, educativo e informativo, secondo me l'allontanamento dai dialetti, specie nel sud, oltre che dalla scuola è stato causato dalla televisione.
Nel momento in cui arriva la televisione commerciale e dobbiamo conquistare il pubblico per guadagnare allora cambia tutto, io non devo infastidirti o impaurire, ti devo intrattenere per farti vedere le pubblicità. Allora entro nelle tue abitudini, ti dico che siamo anche brutti come te, e sbagliamo i congiuntivi per metterti a tuo agio. Il fondo si tocca adesso che per attrarre le persone danno loro in pasto i peggiori elementi, i più bassi istinti vengono solleticati e appagati: "se vedo uno peggiore di me che va più in basso, io mi sento migliore", sembra questo il messaggio di oggi.
Quasi quasi Amici non è nemmeno il peggio, è un tritacarne e finiranno senza nemmeno capirlo nella spazzatura, ma almeno ballano, cantano e, ehm, "recitano", non mangiano code di rospo e si spalmano di pece.
Alberto: Quando penso a Brlscn [ehm...scusa Alberto, ma ho avuto dei problemi nel digitare quel cognome... anche col copia-incolla il mio computer non ne ha voluto sapere... ;)] non mi indigna tanto il fatto che sia in combutta con la mafia, che sia arrogante, populista e cialtrone come un piazzista da fiera; mi indigna più il fatto che abbia lavorato così alacremente, per anni, al solo scopo di portare il livello della cultura popolare ad un punto così basso che l'idea di votare per un partito che si chiama come un coro da stadio sembra pressochè normale.



6) Hai una tua "coperta di Linus", una cosa dalla quale non ti separeresti mai?
Cinzia: Diciamo che ho una serie di cose che ciclicamente mi accompagnano: i guantoni marroni senza dita, il cappello comprato a Praga, le scarpe verdi... Poi, quando cambia la stagione, le ripongo nell’armadio e l’anno dopo le dimentico completamente, scompaiono dalla mia mente per poi riaffiorarvi quando per caso mettendo ordine nell’armadio le ritrovo e penso: “Come ho potuto dimenticarvi e stare senza di voi?” o, se non mi piacciono più o sono consumate dall’uso: “Ma come cavolo le potevo indossare ‘ste schifezze?”. Per non parlare delle cose che perdo, ahhhh che tristezza, è dalle elementari che perdo tutto, mia mamma era disperata: ombrelli, guanti, cappelli... ancora adesso ne faccio strage.
Alberto: Mi piace l'idea di avere un oggetto a cui affezionarmi, sono un concentrato patologico di paure e ansie, però regolarmente quando mi attacco a qualcosa finisco per perderla.



7) La vosta musica allarga le sue braccia verso una miriade di influenze diverse, che spaziano in lungo e in largo nel tempo e nello spazio (se per spazio si intendono i diversissimi tipi di sonorità che vi si possono ritrovare). La mania di molti recensori (ma anche di chi si approccia in maniera meno tecnica ad un disco)  è quella di catalogare la musica e gli artisti in "generi" di riferimento. Riusciresti a definire la musica dei maisie associandola a dei generi in particolare?
Cinzia: Inizialmente era più facile incasellare i Maisie, tra lo-fi  e no-wave, (anche se l’amore per la melodia e il pop erano dentro nascosti come germi) e i riferimenti per i recensori pigri erano molto più semplici di adesso. Ora ti potrei dire che naturalmente l’amore per la wave ’80, la passione per il kraut rock e per il soul si mescolano nelle orecchie e nella testa. I nostri ascolti che sono vasti, dagli Abba a Zappa, grande è l’influenza data dal nostro amore per la musica italiana pop e melodica, che ha sempre fatto parte del nostro background, anche se prima non ne eravamo consapevoli. Nel nuovo disco ci sarà anche un omaggio alla musica popolare, non in senso scolastico ovviamente, ma vista come una strada per creare musica contemporanea senza dimenticare le nostre radici… Il pop fatto da intellettuali o degli idioti che cercano forme più colte per nascondere la loro deficienza? Recensori, al lavoro!
Alberto: La musica dei Maisie è pop italiano concepito in un momento storico in cui è davvero difficile vivere con gioia.



8) Cosa hai provato la prima volta che sei salita/o su un palco?
Cinzia: La prima volta che sono salita su un palco avevo circa 7 anni, cantavo una canzone dello Zecchino d'Oro, "Cin cin pon pon", che era la mia preferita. Ovunque ci fosse un occasione con un gruppo che suonava dal vivo mio padre chiedeva ai componenti di farmi cantare e dopo aver detto loro gli accordi io salivo sul palco. Ogni occasione era buona: veglioni, feste di piazza, matrimoni. Una volta nel mio quartiere era stato allestito nella piazza un palco per la rappresentazione di una commedia con Nino Frassica; io, che avevo 11 anni, avevo organizzato una recita con i bambini del quartiere, facevamo le prove in un garage, ma nessuno ci aveva detto che potevamo esibirci nè ci aveva invitato a farlo. Semplicemente sono andata dal capo della compagnia (credo mi accompagnasse mio padre anche quella volta, ma pretese che parlassi io)  e gli ho chiesto se potevamo recitare anche noi. Mi ricordo che lui era davvero divertito da questa richiesta e accettò! Noi eravamo felicissimi e, ti giuro, ci furono dei picchi di genialità nel cercare di adattare la loro scenografia alla nostra, ehm, "sceneggiatura".
Alberto: Ripetevo a me stesso: "Tranquillo, non ti guarderà nessuno, il cantante fa troppo ridere, nessuno gli staccherà gli occhi di dosso".



9) Qual'è il gruppo che più ti emoziona (o ti ha emozionato) in sede live?
Cinzia: Un concerto bellissimo fu quello di Nicola Arigliano. Nonostante l'atmosfera fredda che respiri nell'auditorium anonimo in cui si svolgeva, era meraviglioso vedere questo musicista, capace di emozionare per vitalità e intensità, giocare con le canzoni, divertirsi, rivolgersi alle donne del pubblico come un cantante confidenziale d'altri tempi. La cosa fantastica era che ammiccava spesso a due signore vecchiette sedute davanti a noi e loro squittivano e si stringevano emozionate e adoranti come 2 ragazzine al concerto dei Take That; ho pensato che io e Carmen saremo così tra 40 anni al concerto di Robbie Williams vecchietto. E poi sono rimasta impressionata dallo spettacolo di Meira Asher: ti prende ai visceri e ti tramortisce. Inquietante, con la sua voce intensa avvolta in un buio orrorifico che via via si apre e si  schiarisce insieme al ritmo delle canzoni che cambia. Altro live spettacolare è stato quello con i Mississippi Delta Blues a Palermo, dove fecero una meravigliosa esibizione di blues psichedelico, dilatato, da trip allucinogeno, un viaggio nello spazio, suonato magnificamente (anche in senso tecnico erano dei mostri); suonarono un concerto di 2 ore e si era immersi in una performance magnifica. Il pubblico non sembrava apprezzare molto, probabilmente si aspettavano un blues da pub; caldo a 36 gradi, il concerto costava solo 5000 lire ed era in una grossa villa pubblica molto frequentata, aveva richiamato tutto il pubblico estivo degli spettacoli popolari di Palermo, gente con le sedioline, famiglie e bambini. Il brusio che diventò mormorio, per trasformarsi in frasi di protesta e, mentre il gruppo sorridendo continuava a suonare in loop lo stesso arpeggio da ormai 35 minuti, alla fine esplose in urla, insulti di ogni genere. Gente che scendeva sotto il palco, chi andava via, ma la maggior parte era come inebetita o reagiva urlando, uno addirittura era sotto al batterista in piedi e gridava: "Ma non lo vedete? Sono pazzi, venite a prenderli, non possono che essere pazzi!". Intanto i musicisti continuavano serafici a sorridere, mescolando alla propria musica l'onda delle reazioni del pubblico. Davvero grandi! Il loop di un arpeggio lo hanno suonato per un'ora!
Alberto: I Residents. Li amo troppo e sono totalmente acritico nei loro confronti. Quando li ho visti ad Arezzo Wave ero felice come un bambino. Peraltro, anche se non c'entra nulla, non riesco a capire perchè si continuino a giudicare i loro lavori recenti come se si trattasse di continui "tradimenti" del glorioso passato. La critica musicale a volte è buffa: se un gruppo rifà all'infinito se stesso è patetico, se cerca nuove strade si grida al tradimento. "Demons Dance Alone" contiene forse le loro canzoni più belle, pure, sofferte, spirituali. Peccato che si continui a dire: "Sì, ma "Eskimo" era un'altra cosa".



10) La chiave di volta per il successo artistico è possedere il fuoco sacro. Vero o falso?
Cinzia: Dipende quello che si intende per successo artistico...
Se è il riuscire a dare forma a quello che hai in mente, a creare una cosa che ti soddisfi, allora il fuoco sacro ti arde e ti consuma finchè non sei soddisfatto per il breve istante in cui credi di essere riuscito a completare la tua opera, prima di ricominciare a cercare un'altra forma  che meglio dell'altra sia tua, ti rappresenti, o con la quale tu possa esprimere te stesso. Il viaggio può non finire mai.
Se il successo è il contatto che instauri con il pubblico, nel senso di riuscire a comunicare ciò che stai creando e dare sensazioni a qualcuno, in questo caso allora se l'artista ha davvero messo se stesso senti la vita dentro l'opera e entra qualcosa anche nella vita  di chi ascolta. Riuscire a fare questo effetto anche solo a 10 persone per me è un successo. Invece per realizzare un successo come "Assereiè" basta essere le figlie del produttore, sapendo che non dai nulla a nessuno, anzi rubi (attenzione, tempo e soldi). Rubi perchè in cambio non dai nulla, è solo intrattenimento mordi e fuggi, nell'illusione di costruire felicità e divertimento, restando invece più in superficie di un olio solare.
Alberto: Io nasco come marxista e fatico molto a gestire concetti metafisici. Ci sono persone che per una serie di combinazioni fortunate si trovano ad avere un universo interiore ricco, fecondo, pieno di suoni, colori, visioni. Se vuoi puoi chiamare questa ricchezza "fuoco sacro". Ogni artista dovrebbe cercare di restituire al mondo, almeno in parte, quello che il mondo gli ha regalato.



11) Sera prima delle elezioni. Entri per caso in un'osteria dove trovi il nano e il dottor balanzone che discutono amabilmente come vecchi compari, davanti ad un bicchiere di rosso e ad un cestino di focacce calde. Tra loro la bottigila di vino è già mezza vuota. Sono allegri, e non sembrano particolarmente tesi per la giornata che arriverà (incoscienza? effetto dell'alcool?). Il locale è deserto, nessun altro a parte voi tre. Potresti azzardarti ad avvicinarli, per dire o fare qualcosa che potrebbe avere fondamentale importanza sull'esito del giorno seguente. Che fai?
Cinzia: Porcazza miseria sono indecisa tra la foto e il filmatino con il telefonino da mandare a striscia e spero di averli stanati mentre complottavano qualcosa di orribile, almeno per soddisfazione. Ma prodi ha la facciona così buona che secondo me davvero voleva solo fargli "asciaggiare" le piadine.
Alberto: Beh vado dal mortadella e dico: "Se non fai bene il tuo lavoro la foto che ti ho appena scattato farà
il giro del mondo, ti rimando nell'inferno universitario, occhio!".


 
12) Un colore da abbinare ad ognuno di questi:  testa,  cuore, musica.
Cinzia: Blu, giallo, arancio.
Alberto: Nero, bianco, rosso.



13) Quanto conta da zero a dieci la follia nel comporre  musica?
Cinzia: Non lo so, nella creazione e nell'esibizione, davvero, secondo me è un misto tra follia e controllo preciso di questa.
Alberto: Beh, spendere 6000 euro per registrare un disco che te ne frutterà 600 è qualcosa che puoi chiamare follia, stronzaggine o sconfinata passione.



14) "Chi fa da se...". Completa!
Cinzia: Dipende da come si interpreta... Chi fa le cose con altri si diverte e riesce ad andare più lontano, insieme siamo più forti, no? Noi abbiamo iniziato facendo da noi (ovvero senza aspettare major o altri sponsor) ma abbiamo chiamato tanti tanti altri a fare le cose insieme.
Alberto: "...si ritroverà a rifare se stesso all'infinito". La faccenda della tragedia che si ripresenta sempre come farsa.



15) Ah, quasi dimenticavo... Qual'è il risultato delle operazioni che ti avevo chiesto di fare a mente al punto 1) ? [non guardare in alto... non guardare in alto... non guardare in alto...].
Cinzia: Booooh! Lo sai? Ho la calcolatrice aperta e non sto guardando... Che brava, eh?
Alberto: Hai Omnitel o Tim? Non posso spendere molti soldi al momento.

hengie | 17:41 | link | commenti

interviste, musica




 

domenica, 28 maggio 2006





...ci pensavo qualche giorno fa...
E mi chiedevo quanto effettivamente la famigerata traccia libera che ogni tanto veniva proposta tra i temi di italiano a scuola fosse effettivamente "utile".
Voglio dire: lo scopo di un testo libero (a quel che posso supporre io) dovrebbe essere quello di stimolare la fantasia e la creatività...
Ma era poi effettivamente così, alla fine dei conti?
A me sembra di ricordare che i temi che venivano fuori in queste occasioni fossero di una spaventosa banalità.
Generalmente si riciclavano titoli già proposti in precedenza dall'insegnante stessa ("La mia famiglia", "Le mie vacanze" ecceccecc) e i risultati non erano mai troppo entusiasmanti.
O almeno, forse non ho mai avuto a che fare con scrittori in erba...
Per quel che riguarda me in particolare, chiaramente ero parte integrante nonchè perfettamente integrata della massa, e i miei temi (a mio parere, almeno) non si discostavano troppo da quelli degli altri in fatto di originalità.
L'unica cosa che sono riuscita a tirar fuori di veramente originale e "creativo" è stata una specie di novella, una storia di animali parlanti, che aveva poi fatto il giro della scuola (grazie ad una maestra particolarmente entusiasta del mio operato, e che credeva fortemente nelle mie potenzialità scrittorie...). Ma l'ispirazione (come forse è più logico che sia?) era venuta fuori da sola [..non ricordo se la maestra ci avesse chiesto di scrivere una storia di fantasia, forse sì...], senza che la proposta del solito tema libero mi illuminasse la strada... E poi questo momento di ispirazione "letteraria" non ha mai avuto un seguito, evidentemente si era trattato di un episodio isolato...
Niente, non so nemmeno perchè sto scrivendo questo post, e a ben pensarci anche questo si sta rivelando essere una specie di testo libero.... un pò come il film nel film o il teatro nel teatro: avete assistito ad una rappresentazione del "testo libero nel testo libero", in effetti...
...anche se non c'è nessuna maestra che mi darà il voto... e meno male!, perchè sarebbe stato massimo massimo un 6 stiracchiato...

Facciamo così: darò a questo post un taglio insolito, girando a voi il piacere di rivivere un momento di fanciullezza.




Tema:
Testo libero.





A voi la parola.










[ovviamente basta anche solo il titolo, non pretendo che vi cimentiate pure nello svolgimento... ma se proprio non doveste resistere... ;) ]

hengie | 15:56 | link | commenti (6)

pensieri, sociale




 

martedì, 16 maggio 2006

...parole...


In questo periodo mi sto ritrovando a parlare molto con gli altri e ad avere poco tempo per me, per i miei amatissimi momenti di riflessione...


...mi mancano...


So che ho bisogno di ritrovare una dimensione mia, perche' questa situazione e' un po' un perdere il contatto con la mia vera realta', con la mia natura piu' profonda...


...tempo...


Lo sto divorando, non ne lascio neanche un piccolo pezzetto che sia vuoto da impegni...
Una contraddizione, in un certo qual modo, perche' se da un lato vorrei ritagliarmi del tempo "mio", dall'altro faccio continuamente in modo di non darmi tregua e di tenermi impegnata il piu' possibile...

...non voglio lasciarmi la possibilita' di stare troppo a lungo sola con i miei pensieri...



...mi spaventa...



Ecco, si': mi manca ma al tempo stesso mi fa paura pensare di ritrovarmi faccia a faccia con me stessa...



...non e' ancora il momento...

hengie | 15:56 | link | commenti (9)

pensieri




 

martedì, 09 maggio 2006

Mi sembra strano trovarmi qui davanti allo schermo, ed avere a disposizione un po' di tempo per scrivere...
...per buttar giu' pensieri miei...

Ultimamente i post erano dettati da urgenze particolari (sfoghi di diverso tipo, per lo piu'...) ma erano sempre e comunque, appunto, urgenze, bisogni impellenti, che mi facevano fare voli pindarici (visto che il tempo disponibile per il web in tempi recenti e' per me risicatissimo...) ma sentendone la necessita' assoluta mi ritagliavo microspazi "a forza" pur di esternare nero su bianco le mie considerazioni...

Ed ora, invece, eccomi qui, davanti al computer a lasciar andare il flusso dei pensieri senza nessuna pressione, senza nessuna urgenza...
...scrivere "a braccio" quel che mi viene in mente... senza alcuna idea di dove andro' a finire...

Caspita, mi sembra veramente stranissimo trovarmi in questa situazione...
...era un sacco di tempo che non mi prendevo una pausa di questo tipo, con la mente libera di spaziare dove vuole lei...

Partiamo da un piccolo oggetto che attira quotidianamente la mia attenzione troneggiando sulla scrivania...
...ho comprato un piccolo notebook...
E' un sempilce quaderno, con la copertina colorata a righe, che mi ha subito colpita -appena l'ho visto- facendomi pensare ad uno stile molto seventies...
E allora l'ho tolto via dalla sua solitudine, li' sullo scaffale dove era riposto insieme a tanti altri quaderni colorati simili, e l'ho "adottato"...
E' stato in un giorno in cui ero molto giu' di morale, e avevo voglia di coccolarmi e sentivo il forte bisogno di un angolino tutto mio dove poter sfogare i miei pensieri [e in quel momento non mi sentivo particolarmente ispirata dal web...].

...trovo che la carta abbia un fascino che una pagina web non potra' mai e poi mai eguagliare...
E' una cosa simile alla differenza che, dal punto di vista emotivo, riscontro quando ascolto un disco in vinile o in mp3...
Insomma, una faccenda forse un po' da nostalgici, se vogliamo, ma secondo me si va poi anche oltre...
Non so se e' una questione di mero sentimentalismo, a dire il vero, ma neppure mi interessa preoccuparmene piu' di tanto...
Resta in ogni caso il fatto: la carta mi affascina molto piu' dello schermo.

...e' li', il mio piccolo quaderno, ed e' ancora bianco....

Non ho messo giu' una singola parola dopo averlo acquistato...
Si' perche' un po' scioccamente ho sempre il timore di essere banale o poco incisiva o di scrivere cose che poi magari in un secondo momento non mi convincono piu' come quando le ho buttate giu', e immagino cosi' che al desiderio di cancellare questi scritti di cui mi potrei essere eventualemte pentita si affiancherebbe la consapevolezza che questo gesto porterebbe a deturpare la bellezza di quelle pagine cosi' "perfette" e tutto cio' mi fa desistere dallo scopo...

...ogni tanto lo guardo...

Penso: forse ora e' il momento giusto...
...e poi faccio marcia indietro...

A volte mi dico: potrei provare con una matita! Ma mi sembrerebbe di falsificare l'intento...
Come se invece di scrivere di getto quel che la mente (o il cuore) mi suggerisce e di fermare li', in una istantanea, uno stato d'animo fuggevole immortalandolo e immortalizzandolo in maniera concreta e definitiva, manipolassi quello stesso pensiero o stato d'animo plasmandolo come creta tra le mie mani e rischiando poi di trasformarlo a tal punto da renderlo del tutto diverso dalla sua forma originariamente in essere...
...e si perderebbe tutto il senso dell'operazione...

Morale della favola: non ho ancora assolutamente scritto nemmeno una parola...
...e continuo a guardare ammirata le intonse pagine del mio bianco piccolo quaderno...

Forse domani, forse tra un mese, forse un giorno lontano, chissa', vincero' finalmente le mie paranoie e mi decidero' a scrivere...

E magari, regredendo ad una condizione pseudoadolescenziale, comincero' proprio come quando scrivevo i miei "segreti" a 15 anni:

caro diario...

hengie | 16:58 | link | commenti (7)

pensieri




 

lunedì, 08 maggio 2006

work over the surface and into the distance
constantly showering me with decisions


define...
 
            a

                  t
                   r
                    a
                     n
                      s
                       p
                        a
                         r
                          e
                           n
                            t
                                      
                                    d  r  e  a  m


feel the atmosphere breathe with life
model portrait heads of gertrude stein


define...
 
            a

                  t
                   r
                    a
                     n
                      s
                       p
                        a
                         r
                          e
                           n
                            t
                                      
                                    d  r  e  a  m


so it's back and forth again
dreaming on the doorstep
the always red society comes to visit me
when i'm dreaming of the sunset
                        dreaming on the sunset
juice and coffee in the morning
after staring at the stars all night
the always blue society
runs rings around the sun
saturn too...






["Define A Transparent Dream" - Olivia Tremor Contol,  Dusk At Cubist Castle (1996)]

hengie | 20:54 | link | commenti

citazioni




 

domenica, 30 aprile 2006

Ho un bisogno impellente di scrivere, visto che oggi mi sento veramente giu' giu' giu'...
I miei occhi sono lucidi e pieni di lacrime, mi sento un groppo in gola e ho lo stomaco serrato in una morsa...
...e' ingiusto dover trattenere le proprie emozioni, perche' poi succede che ti esplodono addosso non appena ti ritrovi sola e hai la possibilita' di lasciarti andare...

...e allora crolli...

I Modest Mouse sono stati, ieri mattina, la colonna sonora di un momento emotivamente molto "forte" e carico di tanta tristezza... che non ho potuto esternare come avrei voluto (e forse dovuto) fare.
La canzone che mi portero' dietro, legandola a questo momento, e' Perfect Disguise, perche' mi si e' praticamente incollata addosso e mi e' rimasta poi in testa per tutta la giornata, ma siccome il testo non ha senso se considerato in relazione all'evento cui ha fatto da sottofondo, voglio buttarne giu' un'altra, che e' sempre nello stesso album (il meraviglioso The Moon & Antarctica). Questa canzone parla di solitudine. La dedico a una persona che mai leggera' questo blog.
Una volta, diverso tempo fa, questa persona mi ha detto che ha sempre bisogno di avere gente attorno. Ma spesso molti dicono le cose tanto per dirle... E subito non avevo dato troppo peso a questa frase. All'inizio, a dire il vero, mi aveva anzi dato l'impressione di essere una persona che assolutamente bastava a se stessa, che stava con altre persone se ce n'era l'occasione ma che allo stesso tempo era benissimo in grado di stare a lungo in solitudine...
Poi ho realizzato che non avevo capito assolutamente niente. Col passare del tempo mi sono resa conto di quanto quella frase fosse densa di significato.
Mi sono trovata davanti ad una persona sensibilissima, che ha un forte bisogno di dare e ricevere manifestazioni di affetto da coloro con cui si relaziona, ha una forte propensione a creare legami "invisibili" (quelle forme di affetto in cui non lo dici ma lo sai... non so come spiegarlo meglio...) quando ha davanti qualcuno che sia affine al suo modo di essere e di sentire.
Niente bisogno di parole, quindi, perche' tanti gesti parlano gia' loro al posto tuo, e certe cose le senti "a pelle", le percepisci, semplicemente.
E cosi' noi sapevamo entrambi che si era creato un legame.

Ieri ci siamo detti un arrivederci che in realta' era un po' un addio.
So che non perderemo i contatti (potenza del web...), ma so anche che difficilmente ci rivedremo (forse in eventuali rarissime occasioni di visita nelle rispettive citta').
Il mio rammarico e' di non aver potuto esternare il mio dispiacere in maniera totale, e se da un lato questo ha reso (all'apparenza) il momento dei saluti meno difficile, mi ha poi lasciato dentro un grande magone e sono rimasta con una forte sensazione di "incompiutezza".


"My friend, I wish you all the best. I'll miss you..."




Modest Mouse - Alone Down There

How do, how do you do?
My name is you
Flies, they all gather around me and you too
You can't see anything well
You ask me what size it is, not what I sell
The flies, they all gather around me and you too
I don't want you to be alone down there
To be alone down there, to be alone

The Devil's apprentice he gave me some credit
He fed me a line and I'll probably regret it
I don't want you to be alone down there
To be alone down there, to be alone
Ah.
I don't want you to be alone down there
To be alone down there, to be alone

hengie | 16:57 | link | commenti (7)

pensieri, citazioni




 

giovedì, 27 aprile 2006

Un post in totale antitesi col precedente. Stavolta mi contraddico alla grande.
E' che oggi mi sento particolarmente positive-thinking, e sono in totale armonia con il mondo.

Oggi penso che e' possibile trovare qualcosa di buono, di positivo, in tutti. Anche nelle persone per le quali l'impresa sembra impossibile.

Ho sempre contrapposto a questa teoria la famosa frase: "Anche Hitler avra' detto buongiorno a qualcuno in vita sua", tanto per sottolineare la mia totale disapprovazione di questa teoria cattolico-buonista decisamente troppo semplificativa.
Ma oggi mi sento molto ben disposta nei confronti delle persone, forse perche' ultimamente ho ricevuto manifestazioni di affetto [assolutamente disinteressate e senza secondi fini] da persone dalle quali avevo avuto grandi delusioni in un passato prossimo (tra cui anche la tipa di cui ho parlato nel precedente post!) o anche remoto, forse perche' di recente ho intensificato tantissimo i miei rapporti sociali [mi sto ritrovando coinvolta in tanti nuovi rapporti "concreti", dal vivo, e in qualcuno -ma forse uno in particolare- vissuto esclusivamente via web] e molte di queste new entries si stanno rivelando delle "gran belle persone".
E dunque oggi, in preda ad un'ondata di positivismo imperante, mi sento di dire, in accordo con una frase di Andy Warhol:

"Everyone is rich, everyone is interesting"

[so che non e' banale la generalizzazione insita in questo concetto, e forse non e' neanche tanto facilmente condivisibile, ma oggi mi fa tanto tanto piacere pensare e credere che questo sia vero...].

La conoscenza, l'approfondimento, l'intensificazione... sono questi gli unici mezzi che abbiamo per poter veramente apprezzare la ricchezza interiore che ci circonda, e che spesso e' celata dietro maschere di paura [perche' come ho gia' detto tante volte, sono convinta del fatto che se ciascuno tende a coltivare il proprio orticello con estrema diffidenza e tenendosi saldamente adeso al muro e' sempre per la solita ragione: teme che qualcun altro glielo metta bellamente e senza tanti scrupoli in ....].

Inoltre, come se questo non bastasse, ognuno di noi e' troppo spesso impegnato nella propria personale corsa quotidiana [non si sa esattamente bene verso cosa o quale ne sia la ragione, visto che rallentare per godere dei piccoli piaceri della vita, per dedicarsi all'ascolto degli altri prima che di se stessi, per scoprire le meraviglie che si possono (a volte insospettabilmente) celare dietro chi abbiamo di fronte, ed altro ancora... insomma, tutto questo se si fa un bilancio vale decisamente piu' degli eventuali "contro" che uno slowing down dei nostri improrogabili impegni quotidiani puo' comportare.

...c'e' un oceano di una bellezza infinita nei cuori di molte persone...

Io non me lo voglio perdere adducendo la motivazione di non aver avuto il tempo o la volonta' di cercarlo.

hengie | 22:29 | link | commenti (10)

pensieri




 

martedì, 18 aprile 2006

Ci sono troppe barriere tra le persone. Barriere invisibili.
Possono essere presenti per i piu' svariati motivi, ma per lo piu' credo che il comune denominatore di queste inconsistenti mura sia la paura. Perche' e' chiaro che ad ogni comportamento che coinvolge qualcun altro corrisponde una susseguente risposta: l'interazione con le persone e' un continuo andirivieni di questo meccanismo azione-reazione. E si ha paura che qualcosa giochi a nostro sfavore... Non si vogliono mai fare passi falsi.
E per questo non ci si sbilancia facilmente e molte volte questo trasforma le interazioni in qualcosa di molto superficiale.
"Come va? Tutto bene?". "Si' grazie, e tu?". "Anch'io, bene...". "Allora ci si becca in giro, eh...". "Ok, a presto, buona giornata...".
Quante volte finisce cosi', specie con persone con cui si ha poca confidenza!
Mi capita spesso di farmi morire in gola frasi che vorrei dire, per paura di sembrare "troppo qualcosa" [troppo invadente, troppo espansiva, troppo insicura, troppo paranoica, e cosi' via...].
In poche parole credo che fondamentalmente si tratti della paura di ritrovarsi ad essere troppo vulnerabili. E quindi, esponendosi troppo, di correre il rischio di venire feriti in qualche modo, mettendo a nudo troppo di se'.
D'altra parte pero', poi spesso mi ritrovo davanti all'ipocrisia, cosa che accentua ancora di piu' la mia tendenza a reprimermi.
Le persone molto difficilmente ti dicono quel che pensano riguardo ai tuoi comportamenti, soprattutto quando li disapprovano. Piuttosto preferiscono parlarne con altri, cosi' come con te parlano di cio' che disapprovano in altre persone, e cosi' via...
Non nego che spesso e' capitato anche a me di ritrovarmi inglobata in questo meschino turbine, e tuttora mi capita... Ma poi non riesco a essere totalmente ipocrita con le persone bersaglio delle mie critiche, per fortuna non ci riesco, non fino in fondo, almeno, cosa che invece a molta gente riesce con una facilita' estrema (e ai miei occhi sconcertante...). Certo, non e' che tratto queste persone-bersagliocritico come pezze da piedi, e proprio in ragione di questo ritengo comunque di essere ipocrita, ma per lo meno non le cerco come se non potessi fare a meno di loro ne' sono particolarmente cerimoniosa [leggi: falsa] nei loro confronti.
Mi capita ogni tanto di subire dell'ipocrisia che mi viene riversata addosso con una naturalezza sorprendente. E mi fa male. Io so che e' ipocrisia, l'altro sa che io so, ma entrambi facciamo finta di niente.
Un esempio recente. Odio, come ho detto miliardi di volte, la curiosita' gratuita e un po' "popolana". Mi irrita e mi fa perdere molto spesso il controllo dei miei gesti.
E' successo questo: un biglietto lasciato sul tavolo della cucina, dove invitavo un amico a servirsi di alcuni dolci lasciati in frigo per la colazione, campeggiava ancora facendo mostra di se' quando sono tornata nello stesso posto con un'amica, nel pomeriggio. Eravamo di passaggio, perche' avevamo dei giri da fare ma volevamo poggiare alcune cose in casa. Mi allungo curiosamente a leggere un eventuale "contromessaggio" e faccio poi per andare via, dopo aver letto la risposta [ringraziamento per la mia offerta]. Lei fa finta di voler pescare delle patatine da un piattino vicino al biglietto e la vedo che allunga "distrattamente" l'occhio sul foglio. Come in preda a un momento di furia cieca, mi avvento sul tavolo e strappo via il biglietto dal suo sguardo inopportuno e me lo infilo in borsa. Una reazione sicuramente spropositata, ma mi capita spesso di avere risposte del genere di fronte ad atteggiamenti indiscreti. Fa parte di me, e' una cosa che non so controllare... Bene, morale della favola: non una parola sull'accaduto da parte sua per tutto il pomeriggio. Ha fatto finta di nulla. E poi - ne sono certa - alla prima occasione l'evento e' stato narrato a piu' di una persona e immagino anche che i commenti sull'accaduto siano piovuti copiosissimi da piu' parti. Ma a me non e' stato detto assolutamente niente.
Mi ha ferito molto questa cosa e mi ha fatto pensare parecchio...
Piuttosto che rischiare di rovinare un "rapporto" [col termine includo tutto, anche le amicizie con la a miscroscopica], spesso si preferisce mantenerlo superficiale vita natural durante...
Si punta sulla quantita' di relazioni sociali piu' che sulla loro qualita'.
E nessuno ha voglia di essere se stesso fino in fondo, si propende ad assumere un generalizzato atteggiamento uniforme e tendenziamente accomodante, per evitarte problemi di qualsiasi tipo con chiunque.
C'e' poca sincerita' tra le persone.
                 ...c'e' tanta tanta distanza...

hengie | 17:51 | link | commenti (10)

pensieri




 

mercoledì, 12 aprile 2006

Torno a postare dopo una marea di tempo... Caspita, che strano effetto che mi fa!
...mi sembra che sia passata una vita...
Niente, scrivo giusto un breve post per non far morire questo blog di solitudine...

Mi e' arrivata via mail una barzelletta nella quale mi sono immedesimata decisamente. Ve la riporto.


Sherlock Holmes e il Dr. Watson  vanno in campeggio. Dopo una buona cena ed una bottiglia di  vino, entrano in tenda e si mettono a dormire. Alcune ore  dopo, Holmes si sveglia e col gomito sveglia anche il suo fedele amico:
"Watson, svegliati, guarda in alto verso il cielo e dimmi cosa vedi!"
Watson replica:
"Vedo milioni di  stelle..."
Holmes:  "E ciò cosa ti  induce a pensare?"
Watson pensa per qualche minuto, poi risponde:
"Dal punto di vista astronomico, ciò mi dice che ci sono  milioni di galassie e, potenzialmente, miliardi di  pianeti.
Dal punto di vista astrologico, osservo che Saturno e  nella costellazione del Leone.
Dal punto di vista temporale, deduco che  sono circa le 3 e un quarto.
Dal punto di vista teologico, posso  vedere che Dio e' potenza e noi siamo solo degli esseri  piccoli ed insignificanti. 
Dal punto di vista meteorologico, presumo che domani sara' una bella giornata.
...invece tu cosa ne deduci?"
Holmes: "Watson, vaffanculo... qualcuno si  e' fregato la tenda!"









...d'ora in avanti chiamatemi Watson...


hengie | 16:24 | link | commenti (10)

per sorridere




 

giovedì, 30 marzo 2006






Outside:

Ebbene sì, il momento è arrivato: anche questo blog entra nel novero dei vacanzieri (o quasi...).
Nei prossimi quattro mesi questa "casa virtuale" verrà aggiornata molto saltuariamente (le frequenze di tali aggiornamenti non sono per ora preventivabili). Dunque, come si usa spesso dire in casi simili, "il blog va in vacanza".
Se cercate Hengie, invece, la troverete davanti allo schermo del pc, in stato semicatatonico, a fissare l'andamento grafico dell'utilizzo cpu - ovvero quella linea verde fosforescente su sfondo nero che va su e giù, giù e su, nel task manager [babsi docet...].









Inside #1:

[mi sento in uno stato di apnea...
...l'ossigeno brucia troppo in fretta...
vorrei fermare questa combustione, ma non posso...
...quanto tempo durerà questo incendio?
minuti?
    ore?
       mesi?
 ...ho bisogno di tornare a respirare...
]










Inside #2:

[scrivo dal profondo del mare,
nascosta dentro un giardino di coralli,
al riparo dagli squali
ma invisibile per le sirene,
sommersa
  da un milione
     di miliardi
        di metri cubi
            d' acqua...]*












*[da: Marta Sui Tubi - Perchè Non Pesi Niente (testo riadattato)]

hengie | 23:12 | link | commenti (12)

pensieri, citazioni