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Dopo un primo EP autoprodotto è arrivato il
momento per la band di Livorno dell'esordio intitolato poeticamente
"L'arte di sciogliere la neve". Appena uscito per la sempre audace e
coraggiosa Snowdonia (e distribuito da Audioglobe), mi ha ricordato gli
es e forse anche i Baustelle e Corman, ma poi andando avanti con gli
ascolti c'è altro e si trova: l'essenza d'una malinconia, portata alla
luce tramite il sorriso davvero commovente che noterete anche nelle
risposte leggendo la chiacchierata che segue con il cantante e
chitarrista Riccardo.
Venite da Livorno, patria di Piero Ciampi e dei Virginiana Miller. Ma con quale musica siete cresciuti?
Onestamente
ognuno di noi quattro ha i suoi ascolti e influenze diverse. In linea
di massima però forse quello che ci accomuna è il post-rock. Ci sono
influenze diverse anche perché ci sono notevoli differenze d'età tra
noi. Ad esempio Marco il chitarrista, è ultratrentenne e poi ci sono i
ventenni quindi c'è chi è passato dagli anni 80 e chi dai 90. C'è poi
Davide che ascolta Ligabue. No, scherzo!
Qual' è il vostro trait d'union allora?
L'amicizia.
Siamo compagni di scuola dal 1999 quando la maggior parte di noi era in
terza superiore. Un giorno per scherzo ci siamo messi a suonare e
abbiamo continuato fino a oggi.
Ci trovavamo in casa e in
sottofondo c'era un pezzo degli Iron Maden e facevamo finta di
suonarlo, così si siamo chiesti perché non imparare a farlo davvero.
L'attuale chitarrista Marco allora stava con mia sorella e lui suonava
già però roba metal e mi stava insegnando a suonare la chitarra, un
altro ragazzo suonava la batteria, il cantante l'avevamo e a Davide non
rimase che suonare il basso. Poi ha scoperto tornando a casa che veniva
addirittura da una genia di zii bassisti. Il nostro genere musicale
prima era punk poi noise, ma andando avanti forse quello che ci ha
cambiato è stato l'ascolto di "Catartica" dei Marlene Kuntz. Non so
perché presi quel disco in un negozio qui a Livorno, si vede che mi
piacque quel fiore della copertina, poi vidi i titoli in italiano e lo
comprai e lo feci ascoltare agli altri così abbiamo scoperto che la
musica aveva altre sfumature e ci siamo avvicinati a gruppi come
Afterhours o CSI. Da poco i Massimo Volume sono diventati il mio gruppo
preferito. Li ho scoperti 2/3 mesi fa perché qualcuno sosteneva che gli
assomigliavamo per qualcosa, così ho comprato i loro dischi e mi sono
chiesto come avevo fatto a non ascoltarli finora.
Che peso ha l'ironia nel vostro modo di comporre?
È
abbastanza importante dato che poi le prove si trasformano in
spettacoli di cabaret e questo incide anche sul nostro modo di fare
musica, perché ormai molto è gia stato detto ed è difficile potersi
esprimere linearmente. Quindi per essere originali, puntiamo sulla
risata.
La prima uscita è stato un EP ma era autoprodotto. Ma avevate già cercato un'etichetta prima?
No.
La prima autoproduzione voleva essere un mezzo con cui provare a
cercare qualcuno che ci aiutasse a capire come sviluppare meglio i
nostri pezzi, perché da soli non è facile specialmente quando sei
inesperto del campo. Avevamo molti pezzi pronti ma invece di
registrarli tutti ci siamo concentrati su quattro. Poi abbiamo ricevuto
un po' d'offerte e consensi, qualche dissenso ma è normale, va messo in
conto. Tra tutto questo abbiamo scelto l'etichetta che poi ci ha
prodotto: la Snowdonia, un matrimonio felice.
Il filo conduttore dell'album potrebbero essere i nonni?
Si. Il disco inizia con Adios nonnini, La canzone Ciro e Anna è dedicata ai nonni di Davide.
E
anche l'ultima frase di "Zigulì": "Le guardie regie in pentola lo fanno
il brodo giallo.Carabinieri in umido e arrosto il maresciallo…" era uno
stornello che mi cantava sempre la mia bisnonna quando ero piccino
quindi nacque una cosa simpatica quando andavo all'asilo, perché tutti
cantavano le canzoncine per bimbi e io cantavo uno stornello del 1921
che mi aveva insegnato appunto la bisnonna. Che dire? Sono stati
importanti nella mia vita e spesso riporto frasi sagge anche nei miei
testi e credo sarebbe stato piacevole per tutti conoscerli. Erano molto
in gamba. Me li porto dietro ovunque.
Avete intitolato il disco "L'arte di sciogliere la neve". Com'è l'arte di sciogliere la neve?
Il
titolo è in onore di un mio piccolo amico d'undici anni e in
particolare, al modo in cui anche un bambino riesce a struggerti con
gesti semplici o con frasi banali.
Tornando al CD, ci sono delle foto molto buffe di voi quattro, vuoi descriverle?
Grazie
a Cinzia di Snowdonia che le ha ideate. È per questo che ti dico che è
un matrimonio felice, perché ti puoi immaginare la giornata divertente
che abbiamo passato per realizzare queste foto. Sono state fatte da
Claudia Castaldi che è bravissima e davvero in gamba, infatti le foto
chi avrà modo di vederle su CD sono stupende. Cinzia ci mandò una mail
e ci disse che siccome la Snowdonia, non è una novità, tiene molto alla
linea dei suoi CD aveva in mente per noi di fare una mini storia e ci
ha mandato una scenografia da seguire. Nella prima siamo tutti assieme
che ci baciamo con le ragazze, pace e amore alla Beatles. Nella
successiva dovevamo stare attorno al tavolo, in una tavola imbandita
post pranzo, in cui c'erano al posto delle vivande i peluche; poi
vestiti anni 20 da siculi in omaggio a Cinzia e a Messina tutti
attaccati al telefonino giochiamo a poker. Nell'ultima c'è ancora Fabio
il vecchio chitarrista che adesso è andato via e ha preso il suo posto
Marco il mio maestro di chitarra; e qui c'è lui che ci mette a letto
come Biancaneve e i sette nani e ci dà la buonanotte come fosse un
addio. Insomma è Cinzia che ha inventato questa mini storia e noi
l'abbiamo interpretata da folli quali siamo.
Come vi approcciate alla composizione d'ogni canzone?
Noi
non seguiamo uno schema vero e proprio. Tutto è molto familiare e
intimo. Spesso nasce prima la musica e le parole vengono in mente
successivamente così ognuno ci mette del suo. Generalmente parte prima
la linea di basso/ batteria e poi inseriamo il resto fino a raggiungere
il testo. Se i testi sono già scritti proviamo a farli diventare
musicabili o cantabili.
Com'è avvenuto il contatto con Cinzia di Snowdonia?
Ognuno
di noi ha un ruolo nel gruppo: Davide ha la parte manageriale. Credo
che abbia spedito il disco e che semplicemente lei abbia risposto.
Eravamo in un periodo un po' di stasi col gruppo. Lì lì in bilico tra
continuare col post rock e dedicarci allo strumentale o continuare sui
testi. Quando ci arrivò la mail di Cinzia con un sacco di complimenti e
anche a me sui testi ci diede una precisa direzione e infatti adesso il
cantato è anche la cosa che riscuote maggior consenso.
Francesca Ognibene