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Taxi so far |
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Un gioco
lugubre ma... d'oro È nata
una compilation inconsueta e trascinante: "Lo
Zecchino d'Oro dell'Underground": quindici brani
originali, quindici rarità proiettate alle nuove,
nuovissime generazioni con l’intento di avvicinarle al
gioco della musica indipendente. Le canzoni sono state
composte ad hoc da bands alternative, per la maggior
parte italiane, tra cui Taxi so far, Aidoru, Mariposa,
Rosolina Mar, Blessed Child Opera, Toychestra (dalla
California) ed i più conosciuti Marlene Kuntz, ma la
particolarità dell’operazione consiste nell’idea di
coinvolgere dei bambini dilettanti, di età compresa tra
i 6 e i 12 anni, senza però nessuna volontà di
“sfruttare” i giovanissimi interpreti. Un progetto
davvero ardimentoso questo, proposto dalla Snowdonia
(etichetta messinese che ne ha affidato la
masterizzazione al Seahorse studio del musicista
napoletano Paolo Messere) e distribuito dall’Audioglobe.
Incontriamo i Taxi so far ed il loro
amico/produttore nonché musicista Gianni
Tamburelli. I due componenti della band si avvalgono
degli pseudonimi di Dott. Gerrydeaf e J So Far. Sono
entrambi appassionati di pittura (da cui l’intenzione di
musicare i quadri, come per l’appunto nel caso del brano
proposto nel CD, “Un gioco lugubre” ispirato dal celebre
ed omonimo quadro di Salvator Dalì); si definiscono
“ricercatori musicali” e non “musicisti” e non amano
apparire: durante le loro esibizioni, infatti, si
“nascondono” dietro le maschere del Gatto & la
Volpe.
M.N.“Questo CD è di un
innocenza tale da sembrare sovversiva. Cosa offre questa
compilation in più, rispetto a tante
altre?"
T.S.F. “L’unione di generi
diversi tra loro in un altalenarsi di atmosfere,
distorsioni, melodie allegre, stranianti,
malinconiche... e poi urla, risate, filastrocche...
Gruppi noti, meno noti e sconosciuti come noi vengono
amalgamati, arricchiti e guidati dalle voci dei bambini:
questo è un progetto senza precedenti che non nasce ne a
Londra... ne a New York... bensì qui in Italia... nel
sud... a Messina grazie a quel paese delle meraviglie
sonore chiamato Snowdonia che lancia dei veri e propri
segnali di vita e di vitalità!! Per noi, come per gli
anglosassoni, suonare significa anche giocare". (to
play, n.d.r.)
M.N. “Avete composto per
l’occasione il brano “Un gioco… lugubre”. Il primo
ascolto del loro brano rimanda ad atmosfere inquietanti
ed oniriche ed a disarmonie. La voce della bambina che
canticchia “Sopra il mio cuscino / strane fantasie /
brillano di notte / come demoni”… è una sorta di
cantilena che resta impressa. Come definireste il vostro
gioco… oltre che lugubre?
T.S.F. “Come
un ambientato tra stupore e paura del nuovo, tra
il dormiveglia ed il ritrovarsi nel mondo razionale…
Aver avuto la possibilità di partecipare a questo
progetto è stata un’esperienza meravigliosa:
confrontarsi con i bambini attraverso la musica e la
fantasia è stata un’esperienza fantastica e, al di la
del nostro coinvolgimento, questo disco è una
meraviglia!” rispondono perentori. “E’ una meraviglia
vedere come i bambini con la loro semplicità, la loro
fantasia e i loro sorrisi si impossessano della
musica... caratterizzandola... facendola loro con una
semplicità disarmante! Proprio in quella stessa musica
che molti "adulti" possono giudicare strana, difficile,
rumorosa, snob... essi si orientano a perfezione
divertendosi”.
M.N. “Ma i ragazzini si
divertono anche restando ore ed ore incollati al
televisore… Quali sono le vostre osservazioni in tal
senso?”
T.S.F. "I bambini crescono con
Costantino e la De Filippi. Sono preda di programmi
piatti, che li spingono a non pensare, a non porsi
domande, a prendere per buono tutto quello che viene
proposto in televisione!”.
M.N. “In
effetti, in un mondo in cui l’estetica è tutto, questo
sembra un paradosso: in fondo è stata anche la
televisione a creare i modelli estetici contemporanei…
Discutendo invece sulla bellezza in genere, Napoli,
città dall’irresistibile fascino, è per voi fonte di
ispirazione?”
T.S.F. “Di certo, Napoli
di per sé forgia un elevato numero di artisti, ma la
realtà standardizzata in cui ci si viene a scontrare,
oltre che permettere la suonata blues nel locale o il
concerto di protesta nei centri sociali, non offre poi
altre possibilità!”
M.N. “A quale
artista vi ispirate, invece, per la vostra
musica?”
T.S.F. “Al grande Brian Eno”
rispondono all’unisono!
L’entusiasmo dei Taxi so
far è coinvolgente. La cantilena del loro brano
riecheggia ancora nel mio cervello… Speriamo che Napoli
e le nuove ed interessanti proposte come, per l’appunto,
i Taxi so far, possano finalmente riuscire ad emergere
al più presto e, magari, educare i bambini ad un ascolto
non solo riservato ai brani mesi in onda durante le
molteplici trasmissioni spazzatura che i mass media ci
propinano!
Marilina Natoli
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