Il viaggio è di quelli elettrizzanti. Fragoroso e ritmico. Colorato da correnti che si fondono dove i punti cardinali del suono esplodono in uno scintillio di onde. Benvenuti a Snowdonia: la magia di un rituale pop che si sente sulla pelle, di situazioni che riempiono gli occhi ed accarezzano il cuore, di una storia nata a Torino all'inizio degli anni '80 e riattivata a Messina circa due anni fa. I navigatori di questa nuova avventura sono Alberto Scotti e Cinzia La Fauci, responsabili anche del progetto Maisie ed autori del caleidoscopico "Maisie and the Incredible Choir of Paracuwaii" (cfr. n. 215 / 216). È stato davvero piacevole parlarne con Alberto e Cinzia (che in Snowdonia sono coadiuvati da Maurizio Suppo mentre nei Maisie da Danilo La Fauci e Jacopo Andreini).

Come nasce Snowdonia?


Cinzia: Snowdonia è un'idea di Marco Pustianaz. Molti la ricorderanno come fanzine impegnata a convincere il mondo che un qualsiasi bambino che gioca con il pop (nel senso che suona maldestri accordi maggiori e si accompagna con il canto) è meglio di un qualsiasi giovanotto malnutrito impegnato in sforzi produttivi degni dello sbarco in Normandia, per dire che la notte non riesce a dormire perché i suoi incubi lo tormentano, o che la festa era mesta e i salatini peggio. Alberto: Erano i tempi eroici delle interviste agli EX e della produzione del 7' ai Legendary Pink Dots. Quando due anni fa Marco Pustianaz, coronando le sue ambizioni da bohemien, partì, sacco in spalla, per le montagne del Galles, noi abbiamo pensato di proseguire come etichetta. Ricevere demotapes mi sembrava un'idea fantastica, una specie di coronamento del mio personale sogno di essere giurato a Sanremo o, in alternativa, a Miss Italia.

"Orchestre Meccaniche Italiane", giro di rotella iniziale. Bel titolo. Una Compilation che nel suo svolgersi rivela un mondo underground di contatti, collaborazioni, scambi. Qualcosa che già esisteva prima del progetto o che è stato innescato dall'idea di riavviare Snowdonia?


Cinzia: Quando abbiamo deciso di essere un'etichetta avevamo voglia di sapere se in Italia esistessero musicisti che si considerassero affini a Pere Ubu, Residents o Tuxedomoon, piuttosto che a frati trappisti impegnati a recitare sermoni autopunitivi su basi plagiate ai Sonic Youth.
Conoscevamo già Nando meet Corrosion, Gi-Napajo, Bz Bz Ueu, Dominik Gawara e questo ci faceva sospettare che bastasse improvvisarsi giovani esploratori (come dovrebbe fare ognuno di quelli che da vent'anni ripete che in Italia non succede nulla) per scoprire tutto il resto. Lo scopo finale era quello di raccogliere il risultato di questa ricerca in una cd compilation. Una volta innescato il processo è stata una reazione a catena -Voglio assolutamente suonare con quel tipo che maltratta il sax nel pezzo 4, -Aspetta ci sono prima io che voglio quello che strappa le corde della chitarra nel pezzo 3... Alberto: No-wave, free jazz, orchestrine tristi, canzoncine, musiche balcaniche, industrial old school, psichedelia, nick drake... (adoriamo le etichette, sono perfette per aiutarti a sintetizzare, chissà perchè sono così odiate!) Snowdonia è tutto questo: un piccolo tenace frullatore che tritatrita, sminuzzasminuzza, incollaincolla.

Sul libretto del CD si legge: "Snowdonia non è un'etichetta ma un'entità spirituale. Voi tenete tese le orecchie, noi andiamo avanti, è divertente". Entità spirituale? Racconta, racconta...


Alberto: Snowdonia è un'etichetta contro ogni evidenza materiale (niente soldi, niente distributore ufficiale, nessuna volontà di ingaggiare il nostro personale gruppo post-rock). Quando il buon senso suggerisce di lasciar perdere, noi replichiamo che è uno spasso il fatto che tutti si chiedano perché lo facciamo e che si interroghino su quanto durerà. Io prevedo che la cosa durerà a lungo perché siamo incoscienti zuzzurelloni.

"Snowdoniani Baccelloni Invadono Megaton 4", detto anche Sbim Sbam, ovvero Snowdonia vs. Planet Earth. Il divertimento continua con questa seconda compilation?

Cinzia
: L'idea di compilation è fantastica, contatti 30 musicisti e gli dici: "Componi la colonna sonora per il tuo immaginario film di fantascienza!". Non fai in tempo a finire la frase che ti ritrovi la casa piena di baccelloni. L'idea geniale è quella di mettere insieme tutti i gruppi che ti piacciono, costringendoli a scrivere canzoni su strampalate idee che hai avuto mangiando o facendo la doccia. Abbiamo già un centinaio di idee per il prossimo futuro. A volte mi chiedo perché tutto il mondo non sia dedito ad organizzare compilazioni a tema. Snowdonia vs planet earth? Io direi: Snowdonia loves This Stupid planet!

Da Orchestre a Sbim Sbam rimbalza un nome: Maisie. Pozione fantastregonesca che sboccia tra le prime uscite dedicate ad un gruppo. Chi è Maisie? Cosa l'ha indotta a venire al mondo?

Cinzia
: Bella storia questa di Maisie! Come certamente saprai è la moglie di un toro e dormire con un bovino non è sempre piacevole. Hai mai provato ad acquistare un box doccia per un animale di quelle dimensioni? Per non parlare del fatto che non ti fanno entrare al cinema! Maisie è una moglie frustrata che scrive canzoni sulla sua condizione umana. Alberto: Ti piacciono le canzoni fischiettabili? A me moltissimo! Quando qualcuno fischietta le tue canzoni sei arrivato da qualche parte.

Chi sono i Paracuwaii?


Alberto: I Paracuwaii, con le loro nenie nasali, ci somigliano. Loro vivevano da qualche parte in Oceania quando i cinesi, sperimentando un nuovo tipo di atomica, li sparpagliarono a caso nello spazio e nel tempo. Questo pellegrinare casuale ha una tragica costante: i Paracuwaii finiscono sempre in mezzo a guerre e rivoluzioni e finiscono quasi sempre per essere fucilati da fascisti, comunisti, anarchici e persino liberal-democratici.
C'è puzza di metafora esistenziale!

La vostra musica evoca grandi eccentrici come Captain Beefheart, Residents, Henry Cow. Suoni ludici e fragorosi con una bizzarra idea melodica, musica folk in ambiente post-industriale allucinato e pulsante. Voi però agite con l'approccio degli improvvisatori. È tutto parte di un intento parodistico e polemico? Nei confronti di chi o cosa? Qualcosa che viene da esperienze personali socialmente espresse?

Cinzia
: A noi piace il ritornello infantile. La nostra idea di pop è, per sua natura, polemica ed anche offensiva. Una canzone di Tiny Tim, di Barnes & Barnes o di Harvey Sid Fisher è capace di far saltare i nervi a chiunque sia intento a sostenere qualcosa di stabile, forte ed assoluto. L'altro giorno un tipo mi ha detto: "Mi mancano ancora una decina di film ed un paio di cd e poi avrò tutto ciò che di indispensabile è stato creato!" Di fronte ad affermazioni simili hai due scelte: o uccidere e finire in galera, abituandoti alle docce in comune ed agli scarafaggi, oppure scrivere una canzone che direttamente o indirettamente lo prenda per il culo.
Alberto: Noi immaginiamo di stare con le gambe divaricate tra una serie di universi che solitamente si intendono paralleli: "niente e cultura" o "cultura e controcultura". Saltiamo qua e là, vogliamo questo mondo e quell'altro. Non ci piace lasciare niente in tavola, non potremmo rinunciare al varietà televisivo anni '60 in favore di Coltrane o viceversa. La nostra idea è strafare, abboffarci, vomitare ed abboffarci di nuovo. Prendere tutto e metterlo nel nostro pancione paziente e capiente. Qual era la domanda?

C'è il presupposto di una connessione tra musica improvvisata e pop?

Alberto: Assolutamente si! La nostra idea è quella di scrivere canzoni alla maniera di qualcuno, ascoltare un pezzo di Albert Ayler o degli Half Japanese e tentare di rifarlo. Ma quando sei completamente inetto non puoi programmare nulla. La cosa procede così: registri un giro di accordi, che ti sembra simile a quello di una canzone dei Felt e poi, non sapendo come proseguire, continui ad accumulare frammenti improvvisati. Cinzia: Per noi scrivere canzoni è una tragedia. Se una volta ne scriviamo una partendo da accordi suonati con la chitarra, crediamo di avere trovato il modo con cui comporremo tutte le altre canzoni. Allora proviamo subito a farne un'altra ma la cosa non riesce più e dobbiamo escogitare qualcos'altro. Viviamo alla giornata.


Che tipo di strumentazione usate? Notevoli le chitarre. Mi piace anche il vostro uso di microfoni e nastri (o è un campionatore?) invece di sintetizzatori...

Alberto: E poi mi dicono che il mondo non è buffo! Fino a qualche mese fa il nostro maggiore problema era di evitare accordi con il barrè permanifesta incapacità ad eseguirli. Ed ora il miglior giornale musicale d'Europa e forse del mondo, m'intervista dicendo che le nostre chitarre sono notevoli! La nostra attrezzatura consta di un basso EKO con i tasti molto stretti perché altrimenti non riesco ad eseguire le note, una chitarra alla quale ho tolto le ultime due corde per evitare inutili complicazioni, un microfono in plastica arancione da mercato rionale, una tastiera vecchia con il nome cancellato ed un programmino al computer per campionare qualcosa. Il segreto del nostro successo sta tutto in alcune oscure manopole presenti sul nostro registratore a quattro piste: abbiamo scoperto che se registri un pezzo alla C.S.I. e poi le giri a caso, vengono fuori delle composizioni a metà strada tra Captain Beefheart e Residents.

Come riuscite a proporre tutto questo dal vivo?

Cinzia
: Semplicemente rifacendo tutto in modo diverso, riscrivendo le canzoni con i mezzi dei quali è possibile disporre. Anche se per il momento non stiamo suonando dal vivo. Siamo piuttosto fighetti e non ci piace l'idea di dormire in dei sacchi a pelo.

C'è un modo in cui Maisie coglie la propria terra, la Sicilia? C'è una scena musicale a Messina?

Cinzia: La Sicilia è davvero un ottimo posto per vivere, tra l'altro Palermo è sicuramente una delle città più belle del mondo. Per la strada ti vendono della roba da mangiare che nessuno sa cos'è, ma è favolosa. Non so in che misura tutto questo c'entri con i Maisie o con Snowdonia, sicuramente ha qualcosa a che fare con la gastrocompilation. Per quanto riguarda Messina, tutto quello che posso dirti è che c'è un tizio che periodicamente organizza dei concerti per gruppi esordienti: di solito si tratta di heavy metal o simil hard-core. Una volta però ho visto un gruppo grandioso intento a suonare canzoni di Bob Marley con tutti gli strumenti scordati. Si guardavano con odio e le loro facce dicevano: "Chi cazzo doveva comprare le pile dell'accordatore?". So anche qualcosa di un gruppo rap prodotto in tempi relativamente recenti da un tipo che si occupa di musica leggera e di un gruppo guidato da un esistenzialista improvvisatosi rocker perché la donna lo ha lasciato. Quaggiù noi tutti speriamo che lei torni presto. Durante le processioni puoi ascoltare un paio di ottime bande rionali. E dato che a questo punto mi aspettavo una domanda su altre realtà italiane indipendenti, che non arriva, decido di autogestirmi e dico: La Burp di Firenze e Setola di Maiale di Pordenone sono nei nostri cuori.

Oltre a Maisie sono usciti i lavori di Daniele Brusaschetto e Monophon. Puoi parlarcene? Anche delle circostanze che hanno favorito il vostro incontro?


Cinzia
: Monophon e Brusaschetto sono solo in parte frutto di sforzi snowdoniani, loro si sono occupati della produzione e snowdonia ha giocato il suo ruolo di entità spirituale. Daniele Brusaschetto è stato uno dei primi musicisti che ho contattato ai tempi di O.M.I., è un vero e proprio mito underground, vive su un palco con tutte le sue macchine che fischiano e ronzano. Il suo CD ci sembra un bel compromesso tra la forma canzone ed una ricerca dei suoni affine all'industrial old style dei Throbbing Gristle. Andrea Azzali è un musicista formidabile (la sua musica è misteriosa, vellutata, ammaliante ma al tempo stesso nervosa....) e un grande amico, spesso ci scambiamo via posta specialità gastronomiche.

Prossimamente ancora una raccolta: "The Last Famous International Gluttons". Penso che siate i primi al mondo a fare una "gastrocompilation". Ho già l'acquolina in bocca...

Alberto
: Avrai capito che siamo dei ghiottoni! Secondo te potevamo resistere alla tentazione di scoprire quali fossero i piatti preferiti dei Trumans Water, dei Doctor Nerve e di Otomo Yoshihide? E, una volta scoperto, potevamo astenerci dal chiedere loro di comporre una canzone per commentarlo? Naturalmente ho scelto di citare questi partecipanti alla nuova compilation in modo del tutto casuale; a noi non importa nulla di invogliare con questi mezzucci la gente a comprare i nostri dischi. (...Temo che nonostante i miei sforzi si capisca ugualmente che si tratta di una bieca trovata pubblicitaria!). Il coloratissimo booklet è diventato così un vero e proprio ricettario di cucina internazionale. Musicalmente è il nostro cd più "aggressivo e divertente": ci sono un sacco di chitarre, ritmi tribali, jungle, ritornelli da ricordare...

Il punto dopo questi due anni di esperienza collettiva?


Cinzia: Sono successe tantissime cose: ricordi, immagini, idee, stimoli...Questi due anni mi sono sembrati dieci! Spero che i prossimi due non mi sembrino altrettanti dieci, altrimenti a soli trent'anni mi sembrerà di averne cinquanta!

Giampiero Fleba