Blow Up n. 35 - Aprile 2001

La dissonante macchina snowdoniana dei Maisie si proietta nel mondo dei colori. Il secondo album della band siciliana, Do You Still Remember When You Found Your IUD In My Nostril?, è già un classico del 2001 e pezzi come la cover dell'inno supremo I Wanna Be Your Dog e la Papetti Version di Several Ways To Use A Woman ipotizzano il pop del futuro. Intervista con Cinzia La Fauci e Alberto Scotti, titolari della Metallica Messina Machine.


Maisie e Snowdonia: il punto della situazione.

Le cose sono molto cambiate dal 1997. In realtà sapevamo bene che non funziona sempre come in Purple Rain: suoni in cantina mentre tuo padre pensa ad ubriacarsi, gli rubi una canzone e diventi una popstar. Volevamo anche noi avere le briciole della gloria, nel 1980 era ancora possibile, chi se la scorda Sex Sister dei Gaznevada in gara a Saint Vincent? Adesso è tutta una messa in scena, nessuno ti adora sul serio, c'è una sorta di surplus emotivo: troppe facce, troppe immagini, troppi dischi. Volevamo cambiare le cose, far stare bene la gente, adesso è subentrato un quieto sentimento senile di aristocratico distacco dal mondo, venato da genuino rancore. Manca il gusto dello stupore, la voglia di sorprendersi, c'è troppa confusione di ruoli tra pubblico e artisti, troppe invasioni di campo. Che fine ha fatto il senso del sacro? Quando avevo 14 anni per me Vasco Rossi era più importante di Gesù, è giusto che sia così, io se incontrassi Burt Bacharach chinerei il capo e starei in silenzio per almeno 10 minuti, mica mi rivolgerei a lui come se fosse mio cugino! Vorremmo davvero che il mondo della musica somigliasse ad un musical con Gene Kelly piuttosto che a un dopocena a casa di Cat Power.

Rispetto al primo album dei Maisie, in Do you still remember...c'è un avvicinamento al cuore del pop. Sembra la seconda tappa di un'evoluzione nel mondo delle forme, dal caos al mondo dei colori. Quale il prossimo passo?

Vogliamo arrivare al cuore del pop, lasciare cadere tutte le scorie della meta comunicazione, tornare a dire cose semplici ma anche a recuperare due concetti estetici cardine della nostra idea di spettacolo: classe ed eleganza. Lasciarci alle spalle la ridicola idea che tutto quello che è underground debba essere bassamente nichilista, barricadero, grezzo e sciatto. Vogliamo essere luccicanti e soprattutto reimparare le regole base: strofa e ritornello, stacco e delicato assolo di sax. Vogliamo tornare bambini, quando siamo in macchina non cantiamo mica i Pere Ubu, cantiamo Baglioni. Purtroppo in noi esiste ancora tanto pessimismo e molte scorie intellettuali, quello che vogliamo fare nel prossimo futuro è liberarcene definitivamente, diventando artisti di soul come Lucio Battisti o i Throbbing Gristle.

C'è la possibilità quindi di vedere il suono dei Maisie diventare più immediato in futuro?

Assolutamente sì, anche se nessuno deve confondere la forma con il contenuto. Per noi il Pop è forma limpida ed immediata e non c'entra nulla con il contenuto. La stoltezza del luogo comune associa immediatezza ad allegria e spensieratezza ma chi lo ha detto? Pop è un modus operandi che ha a che vedere con l'uso di codici il più possibile intersoggettivi. Per farti un esempio II sorpasso è un film pop amaro, John Cage a volte suona dell'avanguardia allegra. La differenza è che milioni di persone possono cogliere l'amarezza di Risi e poche centinaia l'allegria di Cage. Possiamo assicurarti che i prossimi dischi dei Maisie saranno più immediati ma non so ancora se lo saranno in stile Cabaret Voltaire o in stile Loretta Goggi.

Maisie è un progetto in cui a voi spetta la regia e dove altri danno il loro contributo. Potete spiegare come funziona il vostro modus operandi?

Troviamo la musica moderna (dagli anni 60 in poi) terribilmente pretenziosa e presuntuosa: tutti credono di poter fare tutto da soli, testi, musiche, arrangiamenti, produzione... Secondo noi la figura dell'arrangiatore esterno al gruppo è assolutamente da recuperare. Quando scrivi una canzone, una melodia,una partitura hai fatto solo metà del lavoro, l'arrangiamento è importantissimo (e non a caso Guccini sosteneva il contrario). Se ci pensi bene, potremmo facilmente trasformare Stg. Pepper dei Beatles in musica catacombale, senza cambiare di una virgola le melodie composte dai Fab Four. Siamo limitati, diciamoci la verità, prima o poi tutti veniamo a noia (innanzi tutto a noi stessi). La cazzata che i grandi autori scrivono sempre la stessa canzone è una magra consolazione. Siamo spaventati dal fatto di trovarci noiosi, per questo preferiamo considerare i Maisie una famiglia allargata ma con sani valori "patriarcali". Nessuno si sieda a tavola prima di noi ma, rispettando le nostre regole, e facendo il segno della croce prima del pasto, chiunque è il benvenuto. Per questo motivo il nostro prossimo album sarà composto interamente da noi ma arrangiato ed eseguito dal geniale francese Falter Bramnk, dal geniale italiano Jacopo Andreini e dai geniali tedeschi Daisy Cooper. Non ci rassegnamo a consegnare le canzoni nelle mani mortali della storia, la fenice rinasce dalle ceneri, ogni volta.

L'immagine è uno dei cardini della saga snowdoniana, come del pop. Siete tra i pochi in Italia a credere ai colori...

Dell'attuale scena italiana non ci piace quasi nulla. In Italia si blatera di contenuti, di palcoscenici scricchiolanti, di sudore, di lacrime, di notti passate a dormire su pavimenti puzzolenti. Noi parliamo di scarpe ben intonate ai calzoni, di rinascita spirituale, di calzini scelti con cura, ci sentiamo orrendamente soli, in compagnia di quel mattacchione di Bruno Dorella con il suo Bar La Muerte, un ragazzo d'oro: Garrone buono e sincero. E come potremmo dimenticare il nostro prediletto Jacopo Andreini? Un saluto anche agli amici del Baretto e a Mat Pogo e Roberta Meatball, gente di cuore e cervello. Le Allun sono l'unica vera pop band italiana perché sanno esattamente come suonare e soprattutto come vestirsi. All'estero disprezziamo il triste bianco e nero di Shellac, June of44 e compagnia bella. Mi domando e dico: "ma cos'hai, figlio mio, ti è morto il gatto?". Questi gruppi che si presentano a suonare dal
vivo, vestiti come se fossero a casa loro, io li trovo insopportabili: che andassero a rovistare nel guardaroba di Amanda Lear, santo dio!! Che imparassero dai loro padri il senso dello spettacolo!! Ok abbiamo capito quello che vuoi dirci: il mondo è triste, la musica (come la visione) ha fallito, non ci restano che quattro accordi suonati allo stesso modo fino alla nausea, lo abbiamo capito tutti!! C'è bisogno che Cat Power ci ammorbi con le sue lagne per altri 1O anni per ribadire il concetto?

Quanta Sicilia c'è in Snowdonia?

Direi tantissima! Il popolo siciliano è contraddittorio, preda di facili entusiasmi e repentini cambi di umore. È malinconico, allegro e contemplativo: qualcuno ti invita ad una festa e poi lo ritrovi solo a guardare la luna, e quando ti avvicini ti racconta tutti i suoi conflitti interiori. Il popolo siciliano non si aspetta nulla, adora ridere sul mondo che va in rovina. È difficile crederlo ma non si tratta di cinismo: è una serena rassegnazione, un tantino snob. Eros e Tanathos, mica cazzi!

Cosa state ascoltando in questo periodo?

A noi piace divertirci con la musica fondamentalmente, ascoltiamo moltissimo il circo del Friendly Persuasion radio show, segnalatoci da papa Pustianaz. Artisti del calibro di Shooby Taylor, sicuramente il più grande interprete vocale del mondo contemporaneo. Oggi sono in pochi a saper cantare, pare che avere una bella voce sia diventata una vergogna. Poi ascoltiamo Romanthony e Benjamin Diamond, due grandissimi artisti soul.

Quanta new-wave '80 avete ascoltato?


Tutta, abbiamo ascoltato tutta la new wave che tu riesci ad immaginare. Abbiamo un concetto altissimo degli anni 80, crediamo che sia stato il decennio musicalmente più fecondo del 900. Negli anni 80 gli uomini si sono ritrovati soli con se stessi a contemplare l'inutilità della lotta collettiva per un miglioramento che non sarebbe mai arrivato. Gli anni 80 sono la verità rivelata in
tutta la sua brutalità! Veri anni di piombo, paura, rimozione delle certezze, fughe, specchi che riflettevano altri specchi e noi ci perdevamo. Non più uomini contro macchine, realtà contro rappresentazione: era arrivato il momento della fusione. Gli spasmi umanistici delle Raincoats si scontrano dolcemente con quella "naturale", spaventevole rappresentazione tsukamotiana
e cronemberghiana che è il techno pop (anche quello più cazzone ed inconsapevole). Vi ricordate quando, come cretini, passeggiavamo fischiettando Vamos a La Playa? Che stupidi! Ci mettevano una cosa di tale portata sotto gli occhi e noi stavamo ancora a scegliere scarpe e magliette per il party serale!

Con chi vorreste collaborare?


Con Adriano Celentano. Vorremmo abbracciarlo e dirgli che ha dato più lui alla musica italiana con due meravigliose perle come Una festa sui prati e il ragazzo della Via Gluck che Guccini, Dalla e De Gregori con tutta la loro discografia. Adriano è definitivamente la voce più bella del pop italiano di tutti i tempi, insieme con l'indimenticato Domenico Modugno. Poi un sogno: vorrei fare qualcosa con Nada. Nada ci sei? Leggi Blow Up? Puoi sentirmi? Ma i sogni non sono finiti: ci piacerebbe da morire far registrare un' intro recitata a Ciccio Ingrassia, esattamente come fece Michael Jackson con Vincent Price.

Christian Zingales