UNE HISTOIRE
DE "SNOWDONIA"
L'idea del buon gusto a volte viene meno.
L'idea di essere spiritualmente liberi è qualcosa di assolutamente
libidinoso. Snowdonia è molto di più di tutto ciò.
Qui si parla di persone che se ne fregano di leggere magazines da quattro
soldi ospiti nel cesso di uno sconosciuto. Pretenziosità musicali
volgarmente sublimi(nali): la voglia e il coraggio di essere testualmente
liberi.
Poche parole bastano per introdurre la nostra filosofica chiacchierata
via e-mail con Cinzia La Fauci, ovvero la signorina S-copertina che (con
il Signor Scotti) ha fatto della Snowdonia un'astronave manifesta dei
piaceri quotidiani e viscerali di tutta l'umanità. Accendi la televisione,
ascolti una ricca e sontuosa esecuzione di 4'33", mentre nella stanza
di là i tuoi compagni di appartamento esteriorizzano rumorosamente
e goduriosamente i propri piaceri, provocati da libidini commestibili
e sessualizzanti. Niente da più piacere della commistione di piaceri.
Perché non godere ripetutamente e accomunando più di un'esperienza?
La sbalorditiva e destabilizzante sensazione di avere orecchie, mani,
naso, occhi e lingua contemporaneamente occupati nella fruizione di un'esperienza
goduriosa, materiale e spirituale. I ragazzi snowdonia sottolineano ripetutamente
che godere è bello, lo sanno e vogliono solo farcelo capire. Niente
è più esauriente dell'incredibile serie di compilations
tematiche che di quand'in quando l'etichetta messinese a la grazia di
regalarci, solo con il semplice scopo di divertirsi e farci divertire.
Divertimento inteso come quella particolare forma di evasione dal proprio
corpo; il divergere dalla propria condizione materiale, il prendere strade
che conducono a "piani paralleli", altri rispetto al vivere
di ogni giorno. Con Orchestre Metalliche Italiane si aprono le danze,
22 pezzi di musica esclusivamente prodotta di in Italia. L'incipit delinea
i contorni nei quali muoversi: sperimentazione, improvvisazione, music-shakerism.
"Uno sfregio della inesistente scena no-wave italiana" recita
il sito ufficiale. Nella doppia negazione si afferma il crearsi, il prendere
forma di un invito alla conpenetrazione nei più bassi e marginali
meandri della musicalità insita negli strumenti dei suonatori.
Subito si afferma un ideale comune: vedere se c'è qualcuno pronto
al response. E la risposta è affermativa. Snowdoniani Baccelloni
Invadono Megaton 4 - Snowdoniani Baccelloni Attaccano Megaton 4"
(2cd), o semplicemente SBIM e SBAM, doppio cd e altro invito: far comporre
a 30 diversi musicisti la colonna sonora per il proprio film immaginario
di fantascienza preferito. Realtà contro Fiction: la realtà
dei musicisti contro la finzione della inesistenza dei film immaginari.
Sebbene il palco su cui si tridimensionalizzano questi fittizi immaginari
sia in realtà molto più reale di questo "stupido pianeta".
The Last Famous International Gluttons: la gastrocompilation, dei musicisti
dedicano una canzone al loro cibo preferito. Disco assolutamente necessario
per ogni ghiottone; un pranzo di Babette all'italiana; I titoli, come
ogni portata che si rispetti parlano da soli: "Bread", "Atomic
Sushi", "Love you (sweet little sardina)", "Tiptap,Stepstop
aNd MirtaMars are cooking the pierogi but they get talking and so the
pierogi that were frying get all burnt." , "Omelette Lunaire",
"Involtino Primavera", "Monica Lewinsky eats our Aubergines".
Semplicemente delizioso. Non solo da ascolare, ma soprattutto da cucinare:
il nostro amico, nonchè cuoco preferito, Atos Tasca ci ha fatto
godere più di una volta grazie a questo disco. Basta solo metterlo
nel micro-onde ed aspettare che la musica finisca e poi servire in tavola.
Ed infine, dopo i piaceri della tavola ecco la pornocompilation: Atomic
Milk Throwers. Ancora una volta la Snowdonia invita un sacco di artisti
a dedicare una canzone alla propria diva o al proprio divo porno del cuore.
Presenti alla proiezione, tra gli altri: Starfuckers (grazie tante!!),
Arto Linsay in compagnia di Gabriel Zagni, Rafael Toral, Allun e, ovviamente,
in biglietteria i Maisie con il loro pezzo dedicato a Vanessa del Rio.
C'è ne per tutti i gusti: omo, anal, trash, golden rain…..vorrei
solo bandire le produzioni Majors, legate alla logica del profitto e così
lontane dalla passione e dalla intestinalità di Snowdonia e Hilotunez.
Ultima chicca fra le molte produzioni dell'etichetta siciliana (ricordiamo
che il loro motto è: due dischi al mese) è Pakistani Space
Album. In origine i Maisie scrissero un pezzo con questo titolo, ma poi,
a causa di una prolungata crisi di ispirazione, hanno deciso di farsi
re-interpretare da un nugolo di musicisti diversi e hanno finito con lo
sfornare l'ennesima chicca-compilation. In pieno post-modernariato dove
le virgolette ("…..") ormai non contano più nulla,
perché tutto è già stato detto da qualcun altro,
e ciò che forse ha più valore è il ri-generare, ri-dipingere,
perché non farsi centrifugare e virgolettare da una linfa interpretativa?
Anche fare sesso è una continua citazione reiterata di se stessi,
del tuo migliore amico, della tua ex, del tuo film preferito e quindi
perché non lo può essere anche la musica?
HI-LO TUNEZ vs CINZIA
Cosa vuol dire in termini di impegno,
passione, scelte artistiche, blah blah essere responsabile di una etichetta
come SNOWDONIA?
La vita è francamente una cosa stupida e non credo che qualcuno
possa affermare il contrario. Insomma, pensaci bene: Guy Debord è
morto, esattamente come mio nonno, probabilmente è caduto stecchito
da una sedia nello stesso identico modo. Quale palpabile differenza c'è
tra me e Biagio Antonacci? I cinesi che hanno un negozio di abbigliamento
vicino casa mia continuano a fare il proprio lavoro anche senza ascoltare
"Adagio Biagio" o "Music is a Fish Defrosted with a Hair-Dryer".
Sarebbe bello essere Stalin oppure l'inventore dei preservativi, questa
è gente che lascia il segno! La sofferenza più grossa dello
gestire un'etichetta come Snowdonia è non poter segnare la realtà
in nessun modo e allora io dico (a prescindere dai miei sforzi) alienazione
è tutto quello di cui abbiamo davvero bisogno. Illudere, illuderci,
passare giornate in casa a ritagliare libretti e sentirsi forti, belli,
giovani. A notte fonda guardo le repliche de "I ragazzi della terza
C", c'è sempre una scena, una vista di Roma dall'alto, una
battuta che ti fa commuovere, che ti fa pensare che il giorno dopo farai
qualcosa di autenticamente dolce, romantico, pensi: domani troverò
un amico.
Quest'estate ci è capitato di intervistare Corrado dei
Giardini di Mirò, con il quale disquisivamo di scena indie italiana.
Esiste? Non Esiste? E se esistesse: avrebbe un senso? Mi pare di "vedere"
nella Snowdonia una realtà che va ben oltre un'ipotetica scena
indie. Come credi si possa incastonare la gemma Snowdonia in questo panorama?
Inizierò col dire che non c'è nulla di più adorabile
che mettere etichette sulla musica, credo davvero che avere un'etichetta,
possedere dei dischi, fare musica sarebbe sciocco se non potessimo mettere
delle etichette. Qualche tempo fa dicevo che le Allun sono l'unico gruppo
pop italiano perchè sanno esattamente che cosa indossare, perchè
indossare qualcosa e come indossarlo in un preciso momento. Per questo
dico che è stupendo immaginare una scena e allora perchè
non farlo allargando a dismisura (senza mai arrivare alla disgregazione
della forma) i nostri orizzonti? Perchè immaginare una scena italiana
oppure una scena indie italiana oppure una scena off all'interno di una
scena indie all'interno di una scena italiana? Cosa occorre per fare una
scena? Occorre che si portino occhiali simili, che si comprino strumenti
della stessa forma, dello stesso colore, che si sogni in modo simile.
Dunque, perchè una scena italiana? Le scene sono tante, milioni
di milioni, vanno al di la delle nazioni, delle epoche, del qui, ora,
subito (che tanto appassiona la stampa). C'è una scena che va da
Madre Teresa a Che Guevara passando per San Patrignano? Esiste una scena
che parte dalla mano tesa di Bruno Maderna per arrivare al sedere di Cinzia
La Fauci. Correggimi se sbaglio.
Non lo so, probabilmente non sbagli o forse sbagli. Potremmo trovare
fior fiore di critici che ti danno ragione e tanti altri che ti decostruirebbero.
C'è una cosa che però mi ha particolarmente incuriosito
e che forse riguarda molta da vicino il discorso e stranamente è
un inciso che hai posto tra parentesi: "senza mai arrivare alla
disgregazione della forma". Cosa intendi per disgregare la forma?
O meglio, allora all'interno della snowdonia esiste una logica (comune)
che ti porta a citare jovanotti, Bruno Maderna e il tuo sedere? O è
proprio questo il (non) significato della snowdonia: l'essere consapevoli
che la vita è una cosa stupida. Tanto stupida che ogni tentativo
di logicità è "useless"?
La logica è sempre "useless", ogni nostro atto si presta
sempre ad essere decostruito, reinterpretato, impastato, distrutto, lasciato
molle e senza ossa. Certo, ci sono dei particolari periodi storici durante
i quali la logica sembra essere tutto, insomma ogni rivoluzione anarchica,
marxista, fascista...ha bisogno della sua logica "ferrea". Poi
finisce sempre tutto in vacca e noi ci troviamo come bambini a giocare
con i frammenti, che sono nell'aria, che ci girano intorno, che ci fanno
ridere, piangere, sognare, innamorare, sempre restando rigorosamente immobili
(noi), un po' frastornati.
Si potrebbe continuare a speculare sottolineando che la pratica sistematica
dell'illogicità è un fatto rivoluzionario (vedi i fratelli
Marx), la "non-logica" della quale parlo io è quella
dell'inconscienza, dell'alienazione, della mistica del perdersi, dell'essere
ovunque nell'arco di un tempo determinato. È però questo tempo
determinato che ci fa ancora (per fortuna o meglio purtroppo) restare
umani.
Sognare e mutare la velocità fisica del tempo ci renderebbe simili
a divinità (è questo che voglio?).
Snowdonia è piena di logiche, logiche che però sono tutto
fuorchè ferree, sono logiche aleatorie forse (banalmente) allucinate,
sono sogni da fare in camera, visioni. C'è in atto uno scontro
stellare in cui tutto si mescola con tutto, noi stiamo sotto ad afferrare
(nella camera in basso), vedere, incollare.
Sono anni che tutto ci sembra bello, interessante. Ricordo che da ragazzina
sapevo con esattezza che i Cure erano il bene e Jovanotti il male, oggi
tutto mi sembra interessante, interessante in qualche modo oppure inutile
o noioso, in qualche modo. Forse un tempo era una questione morale, oggi
è (solo?) umorale.
D'accordo sull'abbatimento di
ogni risoluzione delle cose secondo un sistema binario, secondo un'ottica
bianco-neristica; anch'io fatico a capire dove finisca la mia morale e
dove inizino i miei umori; ormai ho deciso di fare di essi il mio metro
di misura. Come ci insegna "Rashomon": se non possiamo neppure
più fidarci della vittima diviene assolutamente inadeguato e poco
funzionale (a cosa?!) soffermarci su cosa sia bene o male. Ma se fossi
il tuo psicanalista dovremmo affrontare questo tuo scellerato impulso
di grandezza. L'altro giorno parlavi di "lasciare un segno",
oggi ti chiedi se quello che vuoi è essere una divinità
(o forse una diva?). Accenni sempre a questa particolare dimensione che
trascende l'anonimato dell'individuo sconosciuto quasi fosse una condizione
necessaria. Se poi valuto che hai scelto di "posare" nuda per
quelli di Blow-up mi vien da pensare che nello Stardom ci sguazzeresti
a meraviglia. A tutto ciò si aggiunge ovviamente la tua passione/attenzione
per le cronache planetarie - cronache sanremesi. Mi sento imbrogliato
e frastornato: dove finisce la tua dissacranza ed inizia la tua sacralità?
Io sono assolutamente affascinata dall'idea di vivere su piani paralleli
rispetto a quello dove occorre mangiare, bere, fare le scale. La Diva,
la super-donna, la musicista alienata che guarda il mondo con disprezzo,
paura e invidia è una figura stupenda dell'immaginario pop nel
quale vivo. Mi piacerebbe davvero non essere più me stessa e avere
tante facce, tanti corpi e tante anime, un'anima per ogni persona che
mi immagina. Vorrei moltiplicarmi a dismisura, apparire su cartoni animati,
costruire qualcosa di totalmente falso e ambiguo. Mi ossessiona tantissimo
la scena del film "Desiderando Moana", quando Pontello si struscia
voglioso e perso su una gigantografia della diva. Adoro "Purple Rain"
di Prince (il film), le false biografie, "A letto con Madonna".
È sempre lo stesso discorso: fare tutto, essere ovunque e quindi
non fare nulla e non essere da nessuna parte in particolare.È così
stupido andare in vacanza, fare le valigie, cambiare i soldi, prenotare
l'albergo. Difficilmente mi sentirai dire male di qualcuno/qualcosa, non
sono snob: trovo affascinante quasi tutto.
Gianmarco Daniele Pedruzzi
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